Con grande piacere approfittiamo dell’autorizzazione gentilmente accordataci dall’Associazione La Farfalla di Ostia Antica (Roma) – nata per restituire una nuova immagine della diversità – e riprendiamo il ricordo del nostro direttore responsabile Franco Bomprezzi, scomparso il 18 dicembre dello scorso anno, pubblicato da «La Farfalla magazine» (n. 1, marzo/aprile 2015), periodico di tale Associazione.
La nostra redazione ha deciso di rendere omaggio a Franco Bomprezzi, pubblicando un articolo che Franco scrisse per noi tanto tempo fa. Troverete questo scritto incredibilmente attuale proprio come era nella natura di questo giornalista sempre attento e lucido e così caro al nostro cuore.
Ci siamo conosciuti nel 2003 ad un convegno, e ci siamo piaciuti. Noi eravamo all’esordio della nostra rivista, volevamo raccontare tutto quello che incontravamo nei minimi dettagli, il nostro era un diario di viaggio in questo mondo di diversi e incredibili personaggi. Lui era più esperto e più grande, ci dava consigli e ci incitava ad andare avanti, pionieri dell’osservatorio e della comunicazione sociale.
Un giorno organizzammo un evento al Teatro Olimpico a Roma e lo invitammo, ma non potendo venire ci scrisse così:
«Prova a dire sì, ogni volta che la stanchezza sembra spegnere il tuo sorriso, quando torni a casa al termine di una giornata piena di insidie, di fatica, di promesse strappate da labbra che sembrano disegnare nell’aria parole diverse da quelle che tu vorresti sentire, non per te ma per i tuoi cari.
Prova a dire sì, quando per tutta la vita ti sei domandato solamente “perché” e inutilmente il tuo cuore e il tuo cervello si sono attorcigliati alla ricerca di una spiegazione che non c’è, o che forse esiste, ma non ti consola né cambia la tua esistenza.
Prova a dire sì, quando incontri un volto che non ti aspettavi, di un colore diverso dal tuo ma con la stessa voglia di parlare, di gridare, di abbracciare, di condividere anche se non si esprime come te, anche se non capisci subito ogni parola… fermati e rallenta, ascolta in un angolo della tua coscienza quella piccola, timida voce, che pacatamente ti ripete: “Prova a dire sì”.
Prova a dire sì, quando avresti mille buone ragioni per dire no, quando la speranza sembra volgere in disincanto, quando la luce si allontana e vorresti qualcuno accanto che massaggiasse il tuo cuore e accarezzasse i tuoi capelli, e in quel momento sei solo ma così solo che hai paura perfino di ascoltare i tuoi pensieri.
Fermati e rallenta, usa la tua tristezza per trasformare la malinconia in dolcezza, guardati allo specchio e sorridi a te stesso, e poi, ad occhi aperti, sillabando, prova a dire sì.
Anch’io ho provato a dire sì, quando una farfalla svolazzandomi vicino mi ha chiesto di essere stasera con voi, a condividere suoni e parole, emozioni e speranze.
Ho provato a dire sì, senza fare i conti con le mie energie, con l’impossibilità che a volte ti sorprende indifeso, di essere là dove ti porta il cuore. Se mai questa mia piccola treccia di parole può essere un dono che fa perdonare la mia assenza, se comunque davvero credete che si può essere presenti anche quando si è distanti, se l’amicizia può trarre alimento anche nella lontananza, allora, care amiche e amici, provate anche voi a dire… sì».
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