«Le barriere architettoniche ostacolano l’indipendenza, offendono la dignità, ma soprattutto sono una discriminazione, perché limitano o negano la libertà di movimento ai cittadini con disabilità motoria».
Viene lanciata così, dall’Associazione Avvocato del Cittadino, l’azione collettiva denominata Stop barriere architettoniche, rivolta contro l’inaccessibilità del trasporto pubblico a Roma, tramite la quale si punta a chiedere un risarcimento di 2.000 euro per ciascuna persona con disabilità danneggiata da tale situazione.
A fianco poi dell’Avvocato del Cittadino, vi è anche il noto gruppo musicale dei Ladri di Carrozzelle – del quale abbiamo raccontato proprio nei giorni scorsi la lunga storia – che alle sue origini era composto da nove persone su dieci affette da una grave forma di distrofia muscolare.
«Questa – spiega Emanuela Astolfi , presidente dell’Associazione Avvocato del Cittadino – è una battaglia di civiltà che punta a raccogliere e a denunciare storie di disagio, ma, soprattutto, ad offrire informazioni utili a combattere ogni tipologia di barriera architettonica. Considerato dunque il calvario che le persone con disabilità vivono per spostarsi con i mezzi pubblici nella Capitale, abbiamo studiato un’azione collettiva contro l’ATAC [l’Azienda per la Mobilità di Roma, N.d.R.] e il Comune di Roma, per richiedere sia la rimozione delle barriere attualmente presenti presso alcune stazioni della metro, fermate degli autobus e marciapiedi adiacenti le fermate stesse (considerando anche i malfunzionamenti quotidiani dei montascale e l’assenza di pedane), sia un risarcimento di 2.000 euro per ciascun partecipante all’azione. Nel nostro sito sono pubblicate le istruzioni per partecipare all’azione collettiva».
«Sono venticinque anni che giriamo l’Italia – aggiunge dal canto suo Paolo Falessi, fondatore dei Ladri di Carrozzelle – ed è davvero deprimente che le barriere architettoniche siano ancora un tema attuale».
«La libertà di movimento è un diritto costituzionalmente garantito – conclude Astolfi – e se viene negato o limitato, ci troviamo davanti a una discriminazione. Infatti, chi (e si intende persona fisica, ente privato o pubblico) non rispetta la normativa sull’abbattimento delle barriere – persona fisica, ente privato o pubblico che sia – discrimina ai sensi della Legge 67/06 [“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”, N.d.R.], importante norma che consente permette alle persone con disabilità di agire in giudizio, non solo per la rimozione dell’ostacolo, ma anche per la richiesta di risarcimento del danno». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: avvocatodelcittadino@tiscali.it.
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