«La cospicua partecipazione alle prime due giornate di Open Day ANMIL ci fa ben sperare nel passaparola che ci vedrà raccogliere molte altre sottoscrizioni alla Petizione Popolare con cui chiediamo l’esclusione della rendita INAIL nell’ISEE»: lo dichiara Franco Bettoni, presidente nazionale dell’ANMIL (Associazione Nazionali fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), in vista del terzo e ultimo Open Day organizzato dall’Associazione per il 14 marzo, durante il quale verranno raccolte altre firme per una Petizione al Parlamento, finalizzata appunto a escludere la rendita INAIL dal computo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). «Questo perché – aveva spiegato Bettoni, presentando l’iniziativa – il nuovo sistema dell’ISEE entrato in vigore quest’anno [Decreto del Presidente del Consiglio-DPCM 159/13, N.d.R.] penalizza gli invalidi più gravi. Sono infatti proprio i grandi invalidi e gli infortunati con disabilità percentualmente più elevate a non poter beneficiare a pieno delle compensazioni previste dal nuovo calcolo ISEE e che subiscono, quindi, un ampio e ingiustificato taglio dei “benefìci” sociali finora loro riconosciuti proprio per la loro particolare condizione, oltre a un aumento incondizionato delle quote di compartecipazione da pagare per ottenerli».
L’ISEE, lo ricordiamo ancora una volta, è quello strumento essenziale per l’accesso a molte prestazioni agevolate fondamentali per l’inclusione delle persone con disabilità, sul cui nuovo regolamento, tra l’altro, si è recentemente pronunciato il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, annullandone alcune parti e rendendo quanto mai necessario e urgente un chiarimento da parte del Governo, come richiesto apertamente anche dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità).
«La nostra Associazione – ricorda poi il Presidente dell’ANMIL – si batte da oltre settant’anni per la salute e la sicurezza dei lavoratori, preoccupandosi che siano loro riconosciuti i diritti derivanti dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Oggi, questi diritti sono messi in discussione e tutti i lavoratori devono unirsi per difenderli, mentre coloro che hanno già subìto un infortunio devono battersi insieme solidalmente, senza disperdere in mille rivoli l’energia necessaria a dare forza ed autorevolezza alle istanze di malati, invalidi, mutilati, vedove e orfani di caduti sul lavoro».
«Il tema della sicurezza sul lavoro – aggiunge Bettoni – merita senz’altro maggiore attenzione perché nel 2013 (ultimo dato ufficiale disponibile) ci sono stati in Italia oltre 605.000 infortuni e 719 morti a causa dell’attività lavorativa. In pratica parliamo di cittadini o di famiglie di cittadini concretamente svantaggiati, che si ritrovano spesso in difficoltà, non solo per burocrazie, ma anche perché mancano servizi di consulenza e assistenza qualificati. Anche per questo, per rendere cioè più concreto l’appello alla cittadinanza, nelle varie sedi degli Open Day saranno a disposizione per una consulenza gratuita i nostri esperti in materia assistenziale e assicurativa, allo scopo di offrire un supporto qualificato a quanti saranno sensibili alla nostra iniziativa».
Nel ribadire in conclusione che «mai più le necessità produttive dovranno tornare a creare mancanza di prevenzione e di sicurezza per i lavoratori, comprimendone i diritti e costringendoli a rischiare la salute e la vita, chiediamo agli organi d’informazione – conclude Bettoni – di sostenere questa nostra battaglia e di dare ad essa visibilità, perché riguarda tutti i cittadini e rappresenta un passo importante per porre al centro dell’attenzione collettiva il valore del lavoro, da cui deriva benessere e prosperità per tutti, senza dover rischiare o perdere la salute e la vita». (S.B.)
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