«Nei prossimi giorni vedremo se effettivamente la Regione Marche e l’intera maggioranza che sostiene il Governo Regionale sostiene le fasce più deboli della popolazione che necessitano di interventi sociali e sociosanitari»: lo dichiarano in una nota i rappresentanti delle tante organizzazioni componenti la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), riferendosi in particolare a due aspetti specifici.
«Come abbiamo già segnalato in queste settimane – si legge infatti nella nota – nessuna rassicurazione è venuta circa il paventato taglio di diversi milioni di euro a carico del Fondo Sociale Regionale, con il quale si finanziano interventi rivolti a minori, disabili, anziani, persone e famiglie povere. Un taglio che determinerebbe un’ulteriore riduzione dei servizi rivolti ai cittadini più deboli. Un taglio inaccettabile e insostenibile. Chiamati più volte in causa, né il presidente della regione Gian Mario Spacca, né l’assessore ai Servizi Sociali Luigi Viventi hanno finora risposto. Una risposta che ci attendiamo anche dal segretario regionale del partito di maggioranza Francesco Comi e dal candidato governatore Luca Ceriscioli. Gli atti amministrativi dimostreranno se e quanto l’attuale Governo Regionale tiene ai soggetti più in difficoltà».
«La seconda fonte di preoccupazione – viene sottolineato poi da Trasparenza e diritti e dal CAT Marche – riguarda un’altra Delibera, quella relativa al cosiddetto “Fondo di Solidarietà”, che verrà approvata nei prossimi giorni dalla Giunta Regionale. Quel fondo dovrebbe sostenere le maggiori spese di utenti (disabilità, anziani, demenze, salute mentale) e Comuni, dopo la riduzione del finanziamento sanitario in alcuni Servizi Diurni e Residenziali. La bozza, mai inviata nonostante le reiterate promesse alle rappresentanze degli utenti, si presenta come un “gran pasticcio” e desta grandissima preoccupazione perché impedisce una contribuzione omogenea in tutto il territorio regionale, con regole certe per i cittadini, non prevede esenzione alla contribuzione per le persone che non hanno redditi, non include tutti i potenziali beneficiari e in alcuni casi prevede (invece di ridurli) maggiori oneri per gli utenti».
«Su entrambe le questioni – conclude dunque la nota -, rilevantissime per migliaia di cittadini e per i loro familiari, ci aspettiamo, da subito, segnali inequivocabili a tutela delle persone». (S.B.)
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