Lo avevamo segnalato qualche tempo fa, il ritorno in libreria della Contea dei ruotanti, quella “fiaba moderna” di un’Italia divisa in macroregioni e piccole contee, una delle quali tutta governata da persone con disabilità e interdetta ai “camminanti”, che il nostro direttore responsabile Franco Bomprezzi, scomparso poco più di tre mesi fa, aveva dato alle stampe parecchi anni fa, per l’editore padovano Il Prato. «Una lettura – avevamo scritto a suo tempo – per tentare di guardare alla disabilità con occhi nuovi».
Quell’opera praticamente introvabile anche nella sua riedizione del 2008 (intitolata Handicap Power e uscita per i tipi di LibertàEdizioni), è stata infatti recentemente ripubblicata dall’editore originario (collana “Gli Antidoti”), aggiungendo all’introduzione della nota attrice Lella Costa anche un contributo del giornalista Gerardo Bombonato, amico fraterno e “antico” collega di Franco Bomprezzi.
Nel frattempo è successo anche che il Comune di Milano abbia meritoriamente deciso di intitolare a Bomprezzi la sala conferenze della Casa dei Diritti e quasi conseguentemente sarà proprio quella la sede di una nuova presentazione del libro, sabato 28 marzo (Via De Amicis, 10, Milano; ingresso senza barriere in Via dei Fabbri, 9, ore 11.30), nel corso di un incontro-omaggio a Franco, voluto dalla Casa Editrice Il Prato e dalla Fondazione Arché di Milano, ONLUS nata per prendersi cura di mamme e bambini con disagio psichico e sociale, della quale Franco era grande amico e alla quale andrà parte dei proventi ricavati dalla vendita del romanzo.
Moderato da Simone Fanti, giornalista del «Corriere della Sera» e firma spesso presente anche sulle nostre pagine, l’incontro potrà contare sulla partecipazione di padre Giuseppe Bettoni, presidente della Fondazione Arché, Sybil von der Schulenburg, scrittrice e responsabile della collana “Gli Antidoti” dell’Editore Il Prato, i già citati Lella Costa e Gerardo Bombonato, insieme a Marco Bomprezzi, fratello di Franco, che per l’occasione leggerà anche una lettera inedita scritta dallo stesso Franco al padre, nel dicembre del 1991, poco prima di subire una difficile operazione al cuore.
Ci piace, a questo punto, riprendere la presentazione editoriale della Contea dei ruotanti, con l’auspicio che siano in molti a leggerne le pagine, anche perché crediamo che il modo migliore per ricordare Franco Bomprezzi e per seguirne l’esempio sia proprio quello di arrivare a conoscerne poco per volta i tanti scritti prodotti in questi anni.
«Questo – scrivono dunque dal Prato – è un romanzo estremamente attuale che guarda la disabilità da un punto di vista originale. Un romanzo di “fantapolitica” che si riallaccia a certa letteratura “utopica”. Ed è infatti un mondo rovesciato quello che propone: in un futuro recente, l’Italia si “balcanizza”, si creano dei piccoli territori autonomi, tra i quali appunto la “Contea dei ruotanti”. Qui tutto è organizzato per la disabilità, ma quando viene “catturato un camminante”, ecco che gli si impone la disabilità, che dev’essere rieducato, deve dimenticarsi di avere l’uso delle gambe. Questa imposizione è la goccia finale, tutto salta. Il Governo della Contea diventa sempre più un regime, le vecchie discriminazioni vengono sostituite da nuove discriminazioni, la guardiana del camminante se ne innamora, la dialettica viene negata».
E ancora: «Che cos’è normalità? Che cosa diversità? Il romanzo di Franco invita a interrogarsi, affronta temi tabù come l’amore e il sesso, punta la luce sulla questione delle barriere architettoniche, propone una riflessione su quella discriminazione frutto della convinzione di essere gli unici depositari di una verità e di avere il diritto-dovere di imporre a tutti una sola – la propria – visione dell’essere nel mondo».
«Questo romanzo ci parla di Franco – dichiara padre Bettoni – raccontandoci di come sia stato capace di trasformare la sua fragilità, quell’osteogenesi imperfetta che lo ha accompagnato sin dalla nascita, in un’opportunità strepitosa per generare incontro, ascolto dell’altro, senso civico, impegno sociale, con quell’ironia intelligente che caratterizzava il suo ragionare. Franco è stato un grande dono del Signore per tutti noi».
«Franco era un ruotante – aggiunge Sibyl von der Schulenburg – ma non uno di quelli della “Contea”. Anzi, l’aveva creata per restarne fuori. Non andrò all’incontro di Milano per piangerlo, ma per amplificarne la voce. L’uguaglianza è un’utopia e forse non ci serve; basterebbe la parità per sentirci tutti abili».
«Per me – conclude Marco Bomprezzi – Franco aveva la capacità di accendere i cuori. Era ossa di cristallo, tempra d’acciaio e cuore pieno d’amore». (Stefano Borgato)
Franco Bomprezzi, La contea dei ruotanti, Saonara (Padova), Il Prato, 2014, 144 pagine, 10 euro (in libreria dal 19 febbraio).
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@ilprato.com (Cristina Cama); ufficiostampa@arche.it (Stefania Culurgioni).
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