«Abbiamo anche noi pienamente aderito al presidio regionale dei Sindacati CGIL, CISL e UIL, volto ad evitare i pesantissimi tagli al Bilancio Regionale anche nel settore sociale, con gravissime ricadute sul sistema dei servizi. Il taglio paventato sarebbe, come è chiaro, inaccettabile e insostenibile. Una riduzione che andrebbe a colpire proprio le fasce di popolazione più deboli, già pesantemente penalizzate dalla crisi di questi anni».
Lo si legge in una nota diffusa dalle tante organizzazioni componenti la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), a proposito del presidio promosso ad Ancona dalle principali organizzazioni sindacali, in concomitanza con il Consiglio Regionale, contro i tagli del Bilancio Regionale, legati alla riduzione di trasferimenti alle Regioni e agli Enti Locali, come stabilito nella Legge di Stabilità per il 2015. Una manifestazione, per la cronaca, che ha potuto contare su un’ampia partecipazione.
«E tuttavia – sottolineano da Trasparenza e diritti e dal CAT Marche, riprendendo temi già sollevati con forza nelle scorse settimane – il ripristino del Fondo Sociale non garantisce che gli aumenti delle rette scattati dal gennaio scorso (in alcuni casi già in vigore, in altri no), che gravano su migliaia di utenti dei servizi diurni e residenziali sociosanitari (disabilità, demenze, salute mentale, anziani non autosufficienti), vengano coperti dai fondi regionali che verrebbero trasferiti ai Comuni con il cosiddetto “Fondo di Solidarietà”. Ad esempio, solo per le residenze sanitarie per anziani, si è già avuto, dal gennaio scorso, un aumento del 30%, pari a 285 euro al mese. La bozza della relativa Delibera, che verrà approvata dopo la variazione di Bilancio, non garantisce in alcun modo tutti gli utenti che si sono visti aumentare le rette a loro carico. Infatti, gli utenti di alcune tipologie di servizio non ne potranno usufruire e i criteri di esenzione e contribuzione verranno ancora definiti dai Regolamenti di ogni singolo Comune, lasciando così permanere una situazione di disomogeneità e incoerenza».
«Se quella Delibera non verrà quindi modificata – prosegue la nota degli organismi marchigiani – essa confermerà la totale situazione di discrezionalità dei Regolamenti Comunali e facilmente si trasformerà in un canale di compensazione per i Comuni, e non in un sostegno agli utenti per il pagamento delle rette. La stessa bozza di accordo contrattuale apre inoltre la strada alla possibilità che i soggetti gestori possano aggiungere, a fronte della riduzione dei finanziamenti o per ragioni “mercantilistiche”, prestazioni a pagamento, oltre le rette già previste».
«Appare dunque indispensabile – concludono Trasparenza e diritti e il CAT Marche – che a fianco del ripristino del Fondo Sociale nel Bilancio 2015, si modifichino le bozze dei provvedimenti citati, perché se anche gli oltre 30 milioni di euro per i servizi sociali del Bilancio 2014 venissero confermati, restando invariato l’impianto della Delibera, verrebbe comunque confermato l’insostenibile aumento delle rette a carico degli utenti che fruiscono dei servizi sociosanitari, insieme all’abbassamento degli standard di qualità. Servizi che, vale la pena ricordarlo, rientrano all’interno dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociosanitarie che Servizio Sanitario ed Enti Locali devono assicurare ai cittadini ed è bene che non lo dimentichino». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: trasparenzaediritti@gmail.com; segreteriacatmarche@gmail.com.
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