«Ci auguriamo che gli interventi correttivi dell’ISEE non si limitino al mero accoglimento delle Sentenze del TAR Lazio e alla loro razionalizzazione, ma che riprendano anche le indicazioni a suo tempo espresse e rimaste inevase, quali, ad esempio, la considerazione, magari in termini di maggiorazioni nelle scale di equivalenza, del peso del lavoro dei caregiver [assistenti di cura, N.d.R.], oppure una, ancora maggiore, riguardante la reale spesa derivante dalla condizione di disabilità che, come andiamo ripetendo da anni, è uno dei principali elementi di impoverimento. Da non dimenticare nemmeno l’importanza di elementi che rendano più stringente l’omogeneità applicativa nelle diverse Regioni e territori».
Così Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commenta la comunicazione ricevuta da Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in risposta a un’interrogazione della stessa FISH, che aveva appunto richiesto informazioni circa l’orientamento ministeriale, dopo che nel febbraio scorso – come avevamo ampiamente riferito – il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio aveva accolto, pur parzialmente, tre ricorsi presentati contro il Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13 e cioè il Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), ciò che riguarda milioni di cittadini italiani, in quanto l’ISEE stesso viene richiesto per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, ovvero a tutti i servizi o gli aiuti economici rivolti a situazioni di bisogno o necessità.
In sostanza, il TAR aveva riconosciuto che le provvidenze di natura assistenziale (pensioni, assegni, indennità per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi vita indipendente ecc.) non dovrebbero essere conteggiate nell’Indicatore della Situazione Reddituale (l’ISR, una delle componenti dell’ISEE) e che non sono ammissibili differenziazioni di franchigia fra minori e maggiorenni.
Questa, dunque, la risposta del Ministro alla richiesta di chiarimento pervenuta dalla FISH: «Il Governo sta predisponendo il ricorso al Consiglio di Stato, previa richiesta di sospensiva, avverso le sentenze del TAR Lazio n. 2454/2015, n. 2458/2015 e n. 2459/2015».
«La notizia – si sottolinea della FISH – era ampiamente prevedibile, visto il generale disorientamento anche applicativo. Ora si attende dunque la decisione del Consiglio di Stato riguardo alla richiesta di sospensiva delle tre Sentenze e, successivamente, il Parere dello stesso».
Nel frattempo, va segnalato anche che il 2 aprile scorso il ministro Poletti ha incontrato le rappresentanze della FISH, della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) e delle organizzazioni sindacali, per confrontarsi su questo e altri temi.
In tale occasione, oltre ad anticipare ciò che è poi stato formalizzato nella risposta alla FISH, Poletti ha espresso anche l’intenzione di attivare il più rapidamente possibile il tavolo di monitoraggio previsto dal DPCM 159/13 e di affidare allo stesso anche la valutazione di ipotesi correttive dello strumento. (S.B.)
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