«Oggi siamo 2.478 membri e abbiamo ricevuto ben 2.649 foto di auto di persone che non hanno diritto a parcheggiare sui posti riservati ai disabili. Le scriviamo quindi questa lettera nella speranza che possa intervenire in tutti i Comuni italiani con un comunicato relativo agli “impostori” che parcheggiano sugli stalli per disabili senza averne diritto».
Inizia così la lettera inviata a Piero Fassino, presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), dai promotori del Gruppo di Facebook significativamente denominato Fotografa l’impostore, avviato nel novembre dello scorso anno. In essa si chiedono «alcuni interventi che possono trovare applicazione assai velocemente e a costo zero» ed è con vero piacere che qui di seguito pubblichiamo i contenuti di tali proposte in versione pressoché integrale. (S.B.)
«Crediamo che agli Amministratori Comunali si possano chiedere alcuni interventi che trovino applicazione assai velocemente e a costo zero:
1) L’ordine di servizio ai vigili: priorità nel controllo dei posti riservati alle persone con disabilità e delle situazioni che generano grave intralcio al traffico pedonale. Alcuni Sindaci l’hanno già fatto (purtroppo sono pochi).
Chiediamo inoltre che si estenda agli ausiliari del traffico, che sono molti in ogni città, la possibilità di elevare contravvenzioni a chi occupa abusivamente i parcheggi per disabili senza averne diritto, anche nei supermercati e nei centri commerciali, siano essi aree private ad uso pubblico, dove vige l’applicazione del Codice della Strada, sia in quelli classificati come aree private e quindi dove le Forze dell’Ordine non possono intervenire per far rispettare le leggi.
Se poi lo si vuole, si può presentare un emendamento per modificare gli assurdi regolamenti presenti nei centri commerciali, ove regna un’anarchia assoluta sulla pelle dei disabili, che non trovano mai un posto libero per l’auto.
E ancora, una menzione particolare va riservata a ciò che riguarda i posti per disabili dati in concessione al singolo portatore di handicap nei pressi della propria residenza: abbiamo infatti più volte riscontrato che questi stalli, oltre ad essere occupati da “impostori”, vengono utilizzati anche da persone con disabilità che non notano il numero di concessione riservato personale, scritto sul cartello verticale. Qui si potrebbe pensare di fare scrivere anche sul pavimento stradale una R (RISERVATO), con il numero di concessione, per far notare meglio l’occupazione indebita. Esistono infatti altri modi per non fare occupare tali posti (barriere o blocchi), ma molto più onerosi, e crediamo che con una semplice verniciatura di alcuni numeri e lettere sul manto stradale si possano già ottenere dei risultati.
2) Chiediamo un rafforzamento del servizio di rimozione delle auto dei cosiddetti “impostori”, con estensione anche alle ore notturne – magari a periodi – e attivabile anche da altre forze pubbliche del territorio (che il carro attrezzi convenzionato con il Comune possa cioè essere attivato anche da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza o altri corpi).
Un argomento interessante per i Comuni è che questo genere di servizio non genera costi, ma semmai produce introiti. E alla rimozione notturna o festiva si può anche applicare un sovrapprezzo.
Alcune esperienze ci insegnano del resto che se il servizio di controllo è efficace e veloce, le segnalazioni fatte dai cittadini alle Forze dell’Ordine possono essere effettuate usando la tecnologia disponibile, dal cellulare allo smartphone. Per fare questo si potrebbe attribuire un numero a ciascun parcheggio, utile alla segnalazione a un numero telefonico unico comunale e si potrebbe anche usare un cartello verticale di rinforzo accanto o nello stesso posto per disabili, con una dicitura tipo: “Potete segnalare l’occupazione abusiva di questo parcheggio telefonando al numero…”.
A parte l’effetto deterrente, il sistema funzionerebbe se effettivamente la Polizia Municipale o chi per essa uscisse velocemente, elevasse la contravvenzione (consentendo così al Comune di guadagnare 84 euro) e procedesse alla rimozione. A dire il vero, l’attuale sanzione pare essere poco deterrente, dal punto di vista dell’importo e anche per i soli due punti sulla patente persi dal trasgressore. Il nostro gruppo propone quindi di inserire un emendamento in Commissione al Senato, dove si sta modificando e discutendo il nuovo Codice della Strada (Disegno di Legge 1638, Delega al Governo per la riforma del Codice della Strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285).
3) Abbiamo riscontrato che ogni Comune italiano detta le sue regole in tema di parcheggi. Se cioè i posti per disabili sono esauriti perché già occupati, si è costretti a parcheggiare negli stalli delimitati dalle strisce blu. In alcuni Comuni il disabile deve pagare il parcheggio, mentre nella maggior parte no. Perché esistono queste eccezioni per far cassa con i disabili? È possibile uniformare questa regola?
Ogniqualvolta una persona con disabilità deve andare in una città che non conosce, deve informarsi sul Regolamento Comunale in vigore sui parcheggi, sulle Zone a Traffico Limitato (ZTL) e sui modi di accesso ad esse. Anziché ostacolarli, gli spostamenti di chi ha già difficoltà motorie andrebbero agevolati, uniformando appunto la normativa a livello nazionale.
4) Ultimo punto: segnaliamo che in molti stabilimenti balneari italiani avvengono continue violazioni dei posti auto riservati alle persone con disabilità, come ci è stato comunicato dalla FIBA (Federazione Italiana Imprese Balneari) Confesercenti. Anche qui crediamo che di soluzioni se ne possono trovare, anche a costo zero e oltretutto producendo introiti per le esangui casse comunali».