«È indispensabile pervenire alla cancellazione totale e tempestiva di una norma che si è rivelata in questi anni tanto iniqua quanto inefficace, penalizzando le persone in condizione di disabilità, con particolare accanimento nei confronti di quei cittadini colpiti da disabilità aggiuntive o plurime»: lo si legge in una nota diffusa dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), a nome del proprio Consiglio Nazionale, in riferimento alla recente comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di voler ricorrere al Consiglio di Stato, nei confronti di quelle ben note Sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, che nel febbraio scorso avevano accolto, pur parzialmente, tre ricorsi presentati contro il Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13 e cioè il Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), ciò che riguarda milioni di cittadini italiani, in quanto l’ISEE stesso viene richiesto per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, ovvero a tutti i servizi o gli aiuti economici rivolti a situazioni di bisogno o necessità.
In sostanza – come avevamo ampiamente riferito nei giorni scorsi – il TAR aveva riconosciuto che le provvidenze di natura assistenziale (pensioni, assegni, indennità per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi vita indipendente ecc.) non dovrebbero essere conteggiate nell’Indicatore della Situazione Reddituale (l’ISR, una delle componenti dell’ISEE) e che non sono ammissibili differenziazioni di franchigia fra minori e maggiorenni.
«Il Consiglio dell’Unione – prosegue la nota dell’UICI – rivolge pertanto un accorato appello al Governo perché venga abolita quella norma economicamente così penalizzante per cittadini già colpiti da gravi e gravissime condizioni di svantaggio personale e sociale, proponendo di sostituire l’annunciato ricorso al Consiglio di Stato con un più positivo ricorso a una modesta quota del cosiddetto “tesoretto”, emerso di recente, in sede di definizione del Documento di Economia e Finanza (DEF), per cancellare una misura finanziariamente inutile, legalmente illegittima, moralmente vergognosa».
In tal senso, lo ricordiamo, durante un incontro avvenuto il 2 aprile da parte delle citate Federazioni FAND e FISH, con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, quest’ultimo ha espresso l’intenzione di attivare il più rapidamente possibile il tavolo di monitoraggio previsto dal DPCM 159/13 e di affidare allo stesso anche la valutazione di ipotesi correttive dello strumento ISEE. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (c.giorgi@i-mage.com).