Mi permetto di inserirmi tra le varie dissertazioni sul mondo dell’autismo, che almeno da fine marzo stanno nutrendo le pagine di «Superando.it» e stimolando alla riflessione.
Parlo da mamma di due persone con autismo, parlo da persona che praticamente si confronta ogni giorno con persone con autismo di ogni fascia d’età, tra un Centro Diurno presente presso la sede dell’ANGSA (Associazione Nazionale Gewnitori Soggetti Autistici) a Roma e le varie iniziative dell’Associazione stessa, tra cui il Progetto Cer-AMICA per AMICA; parlo, quindi, da persona che “mangia pane e autismi” da dodici anni.
Ma soprattutto mi permetto di dire la mia dopo l’articolo pubblicato su queste pagine a firma di Rosa Mauro, intitolato Trattate i nostri figli come Persone, basterà!, condivisibile, ma estremamente riduttivo nel riassumere la giornata del 2 aprile vissuta insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, solo con la richiesta che gli è stata posta di essere «il nonno dei nostri figli». Perché invece non focalizzare il fatto che per la prima volta il 2 aprile a livello nazionale ha visto come protagoniste le persone con autismo?
Personalmente, ho chiesto e ottenuto che quello che era stato inizialmente previsto come un incontro con i familiari, divenisse un incontro con l’autismo, proprio perché il racconto, il vissuto delle famiglie fosse reso tangibile dalle stesse persone con autismo, con il loro arcobaleno di modi di essere, dai più piccoli, agli adolescenti, agli adulti (c’erano infatti anche persone con autismo di oltre 40 anni).
Le persone con autismo: ecco, gentile signora Rosa, questo abbiamo ottenuto il 2 aprile, che fossero loro al centro e protagoniste. Ho insistito perché una loro rappresentanza potesse parlare, donando dei manufatti al Presidente e così è stato. E vedere con naturale irriverenza Giacomo, un ragazzone barese, mettere una mano sulla spalla del Presidente e Nicole cercare nella sua testolina le parole migliori per descrivere la sua opera, beh, mi sembra che dovrebbe essere questo da evidenziare.
Ha poi avuto modo di rivedere gli interventi di quella giornata? Tutti hanno messo al centro la persona, perché, come giustamente chiede lei a chiusura della sua riflessione, chi soffre di disturbi dello spettro autistico è prima di tutto una persona. Per cui – e spero di avere frainteso i toni della sua riflessione – mi sembra molto sterile focalizzare la riflessione su una parola, per altro ripresa con simpatia dallo stesso Presidente: nessuno, e sottolineo nessuno, si sognerebbe mai di svuotare di significato l’individuo!
Metto a questo punto a disposizione il testo che ho inviato alla Segreteria del Presidente della Repubblica già prima della lettera di Gianfranco Vitale, ripresa su queste pagine (assolutamente condivisibile, se non nello stile, a mio modesto avviso troppo colloquiale). Quel mio testo rispecchia nella sostanza il successivo intervento che ho presentato al Quirinale, arricchito per altro solo dal “bello della diretta”.
E invito Rosa Mauro e tutti a riascoltare anche gli altri interventi pronunciati al Qurinale, in particolare quello di Donata Pagetti Vivanti, affiancata da uno dei suoi figli (adulti) con autismo, un “cittadino” come tutti noi, come la stessa Vivanti lo ha definito.