Ricorre il 28 aprile la Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, istituita nel 2003 dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), ma già in questi giorni, e fino a domenica 26, sta andando in onda sulle reti RAI lo spot su cui è basata la campagna di sensibilizzazione dell’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), realizzata da Dario Di Matteo e voluta allo scopo di richiamare l’attenzione sull’importanza del rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla prevenzione negli ambienti di lavoro.
«Il nostro spot intitolato The dream job – Il lavoro che sogno – spiega Franco Bettoni, presidente dell’ANMIL e anche della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) – si conclude con lo slogan “Il lavoro nasce dai sogni… non lasciamo che diventi un incubo” e vuole sensibilizzare, in maniera originale e positiva, sulla gravità del fenomeno trattato e sull’invito a puntare sulla prevenzione. Il nostro Paese, infatti, deve adoperarsi di più per favorire il calo degli infortuni, che oggi è determinato soprattutto dalla crisi economica e dalla diminuzione delle ore lavorate».
In termini generali, secondo le stime elaborate dall’ILO, gli infortuni sul lavoro nel mondo provocano ogni anno oltre 300 milioni di incidenti, più di un milione e 300.000 dei quali sono mortali. Per quanto poi riguarda le malattie professionali, i numeri (sottostimati) parlano di 160 milioni. Le cifre conseguenti sono di entità a dir poco rilevanti: si parla infatti di oltre 15 miliardi di giornate lavorative perse e di un’incidenza sulla sanità in termini di cure, riabilitazione e protesi per circa 3.000 miliardi di dollari, corrispondenti a quasi il 4% del PIL (Prodotto Interno Lordo) mondiale.
Restando poi all’Italia, «quello degli infortuni sul lavoro – sottolinea Bettoni – rimane un tema che deve avere un impegno deciso, anche in considerazione del fatto che, nel nostro Paese, ogni anno il costo degli infortuni è di oltre 40 miliardi di euro, dovuto, in gran parte, a carenze nelle piccole aziende che sono la base della nostra economia».
Nella convinzione, dunque, che proprio dai più giovani debba partire la cultura della sicurezza, l’ANMIL ha dato vita, negli anni più recenti, a numerose iniziative e ha riservato grande impegno e risorse a questa attività, entrando nelle scuole con i propri volontari, a partire da quelle elementari. «La nostra esperienza – afferma il Presidente dell’ANMIL – che da oltre quindici anni ci vede a contatto con gli studenti, grazie alla collaborazione di migliaia di docenti, ci ha pienamente confermato che stimolando validamente e con concretezza i giovani ancor prima di entrare nel mondo del lavoro, si può riuscire a formare una classe di lavoratori consapevoli e responsabili».
«Era da diversi anni – annota poi su un altro versante Bettoni – che tra le campagne promosse dal Segretariato Sociale RAI non veniva data attenzione a questo tema e purtroppo i fondi previsti dal Decreto Legislativo 81/08 [“Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, N.d.R.], per progetti e attività promozionali, non prevedono impegni di spesa cogenti, specificamente dedicati alle campagne informative e di sensibilizzazione. Sarebbe invece fondamentale confidare su un’attenzione costante diffusa alla divulgazione della sicurezza sul lavoro, affinché venisse inserita all’interno delle singole materie di studio, come proposto con successo dal nostro Progetto SILOS sperimentato da oltre 5.000 studenti».
«Per la Giornata del 28 aprile di quest’anno – conclude infine con rammarico Bettoni – non abbiamo visto, purtroppo, grandi iniziative nel nostro Paese e questo è indubbiamente un segnale preoccupante, che misura il livello di attenzione che questo fenomeno riceve. Anche per questo abbiamo voluto realizzare il nostro spot sia italiano che in inglese, sperando nella maggior diffusione possibile». (S.G.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: redazioneweb@anmil.it (Roberto Martorelli).
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