Lavoriamo per una società civile più solidale e intelligente

«Continueremo a impegnarci sempre più decisamente, coscienti del fatto che la difesa dei nostri diritti non può prescindere dall’impegno nella costruzione di una società civile più solidale e intelligente di quella attuale: un compito vasto e importante, da sostenere in collaborazione con le realtà associative del Terzo Settore»: si conclude così la mozione finale approvata all’Assemblea dell’ANIEP, l’Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili

Assemblea dei Delegati ANIEP - maggio 2015

Un’immagine della recente Assemblea dei Delegati dell’ANIEP

«L’ANIEP continuerà nel suo impegno sempre più decisamente, cosciente del fatto che la difesa dei nostri diritti non può prescindere dall’impegno nella costruzione di una società civile più solidale e intelligente di quella attuale: un compito vasto e importante, da sostenere in collaborazione con le realtà associative del Terzo Settore».
È questa la frase finale della mozione conclusiva approvata all’Assemblea dei Delegati dell’ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili), svoltasi il 23 e 24 maggio scorsi.
Nata nel 1957 come Associazione Nazionale Invalidi per Esiti di Poliomielite, nel 1999 – pur mantenendo il proprio acronimo come ragione di profonda radice, contrassegnata dall’attività di una figura come quella di Gianni Selleri, che ne fu presidente per oltre quarant’anni, e delle persone con poliomielite che si battono da sempre per tutte le persone con disabilità – l’ANIEP divenne Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Civili e Sociali degli Handicappati, fino a trasformarsi ulteriormente, nel 2013, in Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili.
Non sono invece mai cambiati gli obiettivi, per questa organizzazione da sempre aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che, come ha spesso avuto occasione di ribadire l’attuale presidente Lia Fabbri, «forte proprio del pensiero di Gianni Selleri, ha scelto da tanto tempo di non rivolgersi ad un’unica patologia, ma all’affermazione della cultura dei diritti, così difficile e diversa da Regione a Regione».
Ben volentieri, qui di seguito, diamo spazio al testo integrale della citata mozione assembleare.
(S.B.)

L’evidente complessità della situazione generale del Paese traspare da un anno di interventi legislativi che non dimostrano chiarezza negli intenti necessari per affrontare e combattere la povertà estesa e per porre solide basi ad un welfare sostenibile e intelligente.
L’ANIEP, pur apprezzando le norme che semplificano la contorta burocrazia (Legge 11 agosto 2014, n. 114, articolo 25) e quelle tendenti ad aumentare e migliorare l’occupazione delle persone disabili, rileva che la tendenza dell’attuale politica economica e sociale mortifica e peggiora la situazione in essere.
Le risorse messe in campo sono scarsissime e calanti, in un orizzonte incapace di assicurare ovunque in Italia i Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria e Sociale e di presentare un Nomenclatore Tariffario moderno, promesso da troppo tempo, mentre invece sembrano a tratti riemergere nostalgie incredibili della cosiddetta “caccia al falso invalido”, nonostante la condanna precisa delle campagne INPS degli anni scorsi (Sentenza 3851/14 del TAR del Lazio).

Nell’altalena dei provvedimenti che ad oggi non hanno concretizzato, come si sperava, il Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità del 12-13 luglio 2013 [quest’ultimo è stato approvato con il Decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2013 ed è il documento nato per attuare nel nostro Paese la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, N.d.R.], non si ravvisa infatti il necessario impegno per i progetti di Vita Indipendente e nel contempo si registra l’impoverimento progressivo delle famiglie nel cui nucleo vi sono disabili da sostenere, dall’inserimento scolastico al “dopo di noi”.
A tutto ciò si aggiunge il ricorso del Governo avverso alle note delibere del TAR del Lazio sull’ISEE [Indicatore della Situazione Economica equivalente, N.d.R.], ricorso che aumenta la confusione, l’incertezza, l’ansia continua delle famiglie, che devono combattere sempre più duramente per sostenere in modo adeguato i loro membri disabili, mentre la disparità di trattamento da Regione a Regione accentua l’ingiustizia inaccettabile che i cittadini meno garantiti e meno forti sono costretti a sopportare.
L’ennesimo richiamo alla crisi economica non ha alcun senso, perché il risultato dell’inadeguatezza del nostro welfare è una maggiore spesa che non si traduce in un maggior benessere, ma anzi peggiora drammaticamente la vita. Maggiore spesa che deriva dalla tendenza all’istituzionalizzazione e al ricorso continuo a cooperative di servizio, negando il diritto all’assistenza domiciliare indiretta e continuando così a ledere un diritto cui ci si può opporre con fermezza (Legge 67/06, Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni).

È attualmente in discussione alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati il testo unificato delle Proposte di Legge sul cosiddetto “Dopo di Noi” e a tal proposito l’ANIEP chiede interventi che impediscano la segregazione delle persone disabili, attivando percorsi di supporto alla domiciliarità e l’inserimento in contesti di casa-famiglia che escludano l’isolamento, favorendo una quotidianità di relazione.
Alle forze politiche nazionali l’ANIEP ricorda che non ci si può sottrarre alle linee tracciate dalla Convenzione ONU e dalla stessa Unione Europea sui nostri diritti, e sottolinea la necessità di un deciso aumento della spesa sociale e di quella sanitaria, segnatamente per i Non Autosufficienti e per quelle cure riabilitative che permettono il mantenimento più a lungo possibile dell’autosufficienza delle persone disabili.

Per quanto riguarda, invece, il lavoro, che costituisce il punto centrale per un vero processo di inclusione sociale, si devono registrare interventi positivi, specie nel IV Decreto Attuativo del cosiddetto Jobs Act [Legge 183/14, N.d.R.], a proposito del part-time dei lavoratori con disabilità e dei loro familiari; ma anche in questo caso si rilevano ancora delle incongruenze, in quanto il diritto di trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale sembra escludere chi è in condizioni gravi, ma stabilizzate, che invece producono, nel corso degli anni, un’usura naturale, dolorosa e difficile da sostenere soprattutto in àmbito lavorativo.
L’ANIEP sollecita il superamento di quelle ambiguità, e sostiene caldamente, nel Disegno di Legge Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche, l’emendamento riguardante le persone con disabilità che prevede, presso le Pubbliche Amministrazioni con più di 200 dipendenti, la nomina di un responsabile dei processi di inserimento il quale renda effettiva un’efficace e adeguata inclusione lavorativa in tempi certi, anche con sanzioni per l’eventuale mancato invio della dichiarazione necessaria da parte del Centro per l’Impiego territorialmente competente.
L’ANIEP segnala inoltre la necessità e l’urgenza di emanare agevolazioni normative in materia pensionistica per gli invalidi civili, per un giusto riconoscimento della fatica e dell’usura fisica che molti lavoratori con disabilità soffrono nella lunga attesa del pensionamento.
Alle Regioni e alle Istituzioni Locali, l’ANIEP chiede infine di applicare i mezzi consoni alla fruizione reale dei servizi dovuti, da quelli scolastici a quelli relativi alla mobilità perché, anche quando le norme positive non mancano, per la loro applicazione è troppo spesso necessario il ricorso al giudice, ennesima prova della mancanza generalizzata di quella cultura dei diritti che non riguarda soltanto noi, ma costituisce il fondamento vero del progresso umano e sociale.

La formazione dei giovani, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, deve essere rivolta ad uno slancio che tenda a superare la sottocultura diffusa, colpevole di uno stigma lacerante sulle persone con disabilità, percepite come “inutili pesi” di cui ci si può ricordare se e quando le risorse economiche lo permettano.
Non ci si può sottrarre dalla scelta dirimente del welfare che si vuole nel nostro Paese e le persone disabili costituiscono il sensore più chiaro della capacità politica, sociale, culturale delle forze responsabili di preparare un futuro migliore per tutti.
In questo àmbito, soprattutto per la formazione dei giovani, l’ANIEP continuerà nel suo impegno sempre più decisamente, cosciente del fatto che la difesa dei nostri diritti non può prescindere dall’impegno nella costruzione di una società civile più solidale e intelligente di quella attuale: un compito vasto e importante, da sostenere in collaborazione con le realtà associative e del Terzo Settore.

Già Associazione Nazionale Invalidi per Esiti di Poliomielite, poi Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Civili e Sociali degli Handicappati, oggi Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili (aderente alla FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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