Vogliamo pagare il giusto!

Si chiama così la campagna lanciata nel 2006 in Lombardia dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), per far sì che le richieste di partecipazione alla spesa dei servizi nei confronti delle persone con disabilità siano ispirate ad equità e ragionevolezza. E in questo periodo in cui il “nuovo ISEE” sta facendo sentire i propri effetti, la LEDHA ha deciso di rilanciare quella campagna oggi, 25 giugno, durante l’inaugurazione del nuovo Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”

Bilancia con piatti allo stesso livelloSono ormai quasi dieci anni che la LEDHA – la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – è attiva sul tema della compartecipazione alla spesa dei servizi, con la campagna Vogliamo pagare il giusto, che venne infatti lanciata nel corso di un seminario a Milano, nell’ottobre del 2006.
Sin dall’inizio l’obiettivo è stato quello di fare in modo che le richieste di partecipazione alla spesa dei servizi nei confronti delle persone con disabilità fossero ispirate a criteri di equità e ragionevolezza e la questione si presenta quanto mai attuale e “calda”, specie ora che il “nuovo ISEE” (Indicatore della Situazione Economica equivalente) è entrato ufficialmente in vigore, a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13, con le varie Amministrazioni Comunali che proprio in queste settimane sono impegnate a stendere i nuovi regolamenti, che determineranno appunto le quote di compartecipazione alla spesa per l’accesso ai servizi.

Oggi, 25 giugno, dunque, la LEDHA coglierà l’occasione dell’inaugurazione del proprio nuovo Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”, presso l’Aula Pio XII dell’Università di Milano – ciò di cui abbiamo già ampiamente riferito in altra parte del giornale – per rilanciare quella campagna.
«In particolare – informano dalla Federazione lombarda – con una lettera inviata ai 1.546 sindaci dei Comuni della regione, abbiamo chiesto ai Sindaci di mettere in atto richieste di compartecipazione eque e ragionevoli e che, come previsto dal DPCM 159/13, venga applicato il cosiddetto “ISEE ristretto”, riferito cioè solo alla persona con disabilità, al coniuge e ai figli, per tutti i servizi dedicati alle persone con disabilità. Senza dimenticare, infine, nella stesura dei nuovi regolamenti, il coinvolgimento delle associazioni di persone con disabilità attive sui territori». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).

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