Come riferiamo ormai da mesi, quella contro il sostanziale azzeramento del Fondo Sociale Regionale per il 2015, è una battaglia che sta duramente impegnando le tante organizzazioni delle Marche che compongono la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela).
All’inizio di aprile la questione aveva portato anche a un presidio di protesta davanti al Consiglio Regionale, ciò che andava per altro collocato all’interno di una battaglia ancor più logorante, condotta da almeno due anni, contro una serie di Delibere sui servizi sociosanitari, approvate dalla precedente Giunta Regionale, presieduta da Gian Mario Spacca.
Non a caso, insieme a un potenziamento del sostegno alla domiciliarità, erano stati proprio quelli (ripristino del Fondo Sociale Regionale e modifica delle Delibere contestate) i primi due punti di un documento presentato prima delle elezioni da Trasparenza e diritti a tutti i candidati.
Successivamente, anche dopo essere stato eletto, il neopresidente Luca Ceriscioli aveva confermato con nettezza l’impegno assunto già in campagna elettorale, di voler ripristinare integralmente il Fondo Sociale Regionale per il 2015, ciò che era stato accolto con favore dalle Associazioni e tuttavia, per cercare di dare ulteriore concretezza a quel percorso, in vista di un imminente incontro del 3 luglio con lo stesso Ceriscioli, da parte della presidente dalla Camera Laura Boldrini, una lettera è stata inviata a quest’ultima da Trasparenza e diritti, chiedendole di «porre all’attenzione del Presidente della Regione tre questioni che riguardano i servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione delle Marche».
«La prima – si legge nella lettera – riguarda il problema del sostanziale azzeramento del Fondo Sociale Regionale 2015, rispetto al quale, su un bilancio sociale di circa 34 milioni, ne sono stati messi a bilancio 1,2. Mancano dunque oltre 32 milioni di euro, destinati a finanziare gli interventi sociali per le fasce più deboli della popolazione e il mancato reintegro del Fondo, come è facile capire, ha effetti devastanti per le persone e i nuclei familiari più in difficoltà. Il nuovo presidente Ceriscioli ha preso su questo punto uno specifico impegno in campagna elettorale, ribadito con nettezza nel discorso di insediamento nella prima seduta del Consiglio Regionale. Siamo certi che verrà mantenuto. È infatti fondamentale che una questione così importante rimanga al centro della attenzione».
«La seconda questione – si legge poi – riguarda la preoccupazione espressa da un grande numero di organizzazioni (volontariato, utenti, cooperazione sociale), rispetto ai recenti interventi regionali di regolamentazione dei servizi sociosanitari rivolti a persone con disabilità, soggetti con disturbi mentali, anziani non autosufficienti, persone con demenza. Un approccio che privilegia grandi strutture a danno dei modelli comunitari (in particolare nelle aree della disabilità e della salute mentale), mettendo in crisi un sistema di servizi basati sulla prossimità e sulla distribuzione territoriale».
«La terza questione – conclude la lettera a Boldrini – consiste in un deciso impegno a sostegno della domiciliarità, così da consentire alle persone il diritto di scelta di poter continuare a vivere presso il proprio domicilio». (S.B.)
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