«Questa Legge non cambierà nulla e non aiuterà chi si confronta ogni giorno con i disturbi dello spettro autistico perché è troppo generica: non specifica e non aggiunge nulla a quanto già previsto oggi, considerata anche l’invarianza dei costi. Fornisce degli spunti buoni che però rimangono vaghi e questo, in un Paese in cui è già difficile far rispettare delle leggi specifiche, non promette nulla di buono. Inserire del resto la parola autismo in una legge non è sufficiente a rendere quel provvedimento realmente efficace».
È severo il giudizio di Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), sul Disegno di Legge Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie, che in questi giorni, come avevamo riferito, è stato approvato alla Camera ed è ora in attesa di passare al Senato per l’approvazione definitiva.
«C’è stato un piccolo sforzo – aggiunge Speziale – per cercare di prestare maggiore attenzione alla difficile condizione delle persone con autismo e delle loro famiglie, ma questo non è stato sufficiente perché la Legge, così come è stata approvata, non risolve nulla e perché, ad esempio, pur essendo il primo provvedimento legislativo ad essere approvato dopo la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, non parla di progetti personalizzati, non ha alcun riferimento all’articolo 14 della Legge 328/00 e al progetto individualizzato, e di conseguenza non ha alcun riferimento alla presa in carico globale. Invece l’intervento precoce e l’intervento globale sono dei punti base per avere un miglioramento della presa in carico globale della persona con disabilità e per questo, adesso, dovremo lottare per farli rientrare nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e nei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni)».
«Da parte nostra – conclude il Presidente dell’ANFFAS – siamo amareggiati, non solo perché la nostra Associazione, nonostante da tempo si occupi in tutta Italia di oltre quattromila persone con disturbi dello spettro autistico, soprattutto bambini e adolescenti, non è stata chiamata in Parlamento per essere audita, ma anche perché la richiesta fatta insieme alla FISH di inserire nel testo normativo proprio il riferimento ai progetti personalizzati è palesemente caduta nel vuoto». (S.B.)
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