«Nascere disabili al Sud, e soprattutto in Sicilia, significa nascere disabili due volte e questo non è più tollerabile! L’emarginazione, la segregazione, la mancanza di pari opportunità sono gli elementi che ancora caratterizzano in negativo la qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari in Sicilia»: con queste dure parole, l’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), della quale fanno parte quindici Sezioni locali, proclama «lo stato di agitazione di tutto il comparto della disabilità in Sicilia», preannunciando per il 30 luglio una prima manifestazione di protesta, da parte «di tutte le persone con disabilità e le famiglie ANFFAS», con l’auspicio che ad esse «si aggiunga la generalità delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni di tutta l’Isola».
«Prendendo atto della totale assenza di risposte concrete ai bisogni delle persone con disabilità e dei loro familiari – si legge nella nota diffusa dall’Associazione – esprimiamo il nostro malcontento nei confronti delle Istituzioni Pubbliche Regionali e Locali, totalmente sorde alle tante sollecitazioni del mondo associativo e del tutto assenti sui temi delle politiche attive in favore delle fasce più deboli». A tal proposito, e solo per citare alcune norme fondamentali, viene ricordata la totale inapplicazione di Leggi quali la 104/92 (legge quadro sulla disabilità), la 68/99 (lavoro), la 328/00 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e la 18/09 (ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità).
«Dove vanno a finire – si chiedono poi dall’ANFFAS – i soldi spesi in Sicilia per le persone con disabilità e per i loro genitori e familiari? Come è stata gestita l’erogazione del Buono Socio Sanitario – istituito con la Legge Regionale 10/03 [“Norme per la tutela e la valorizzazione della famiglia”, N.d.R.], visto che nella quasi totalità del territorio isolano gli Enti Locali, nonostante le pressanti richieste dei cittadini aventi diritto, stentano ad erogare tale misura economica? Quanti e quali sono stati i Comuni Siciliani che, incapaci di erogare il Buono, hanno dovuto restituire i finanziamenti ricevuti alla Regione? Per quale motivo le richieste di predisposizione dei progetti individuali per le persone con disabilità, ai sensi dell’articolo 14 della Legge 328/00, nella maggioranza dei casi restano inevase, nonostante le copiose pronunce dei Tribunali che condanno le Amministrazioni Locali a ottemperare alla stesura del progetto individuale stesso? E infine, quali sono le modalità di attuazione degli interventi afferenti le risorse finanziarie del Fondo per le Non Autosufficienze, che da un lato danno un flebile ristoro attraverso i piani assistenziali individuali per le persone con disabilità gravissime, mentre dall’altro, però, nulla si sa per le persone con grave disabilità che invece aspettano ancora l’esito dei loro piani assistenziali a valere sul Fondo citato?».
Un quadro altrettanto negativo viene poi delineato anche in àmbito scolastico, riguardante gli Istituti di ogni ordine e grado. Qui, infatti, l’ANFFAS sottolinea «la carenza di adeguati Piani Educativi Individualizzati (PEI), l’insufficiente o tardiva assegnazione di insegnanti di sostegno specializzati, la mancanza o l’insufficienza dei servizi di trasporto scolastico, dell’assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione e dell’assistenza igienico personale».
«Abbiamo sempre denunciato i disagi delle persone con disabilità e delle loro famiglie – prosegue la nota, elencando una serie di passaggi degli ultimi anni, testimoniati anche dal nostro giornale, come dimostrano i vari articoli segnalati qui a fianco – facendoci portavoce delle loro istanze nei confronti delle Istituzioni Pubbliche, in linea con i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità; abbiamo richiesto decine di incontri alle Istituzioni, per confrontarci su problematiche specifiche e proporre soluzioni idonee; abbiamo inviato contributi scientifici su importanti atti di pianificazione e programmazione; abbiamo inoltrato un documento in cui sono state indicate le maggiori criticità vissute dalle persone con disabilità e delle loro famiglie, corredato da una raccolta firme con più di quattromila sottoscrizioni; abbiamo perfino adito le vie legali contro le Istituzioni Pubbliche, quando gli atti da questi emanati risultavano fortemente lesivi dei diritti delle persone con disabilità; ci siamo rivolti infine al Garante Regionale per la Disabilità per rappresentare le nostre ragioni e chiedere il suo autorevole intervento presso le Istituzioni Regionali. Purtroppo le richieste di incontro non trovano risposta, i contributi scientifici non trovano applicazione, le criticità vengono ignorate, le sentenze non vengono rispettare. In brevi termini: le voci e le istanze delle persone con disabilità non vengono ascoltate!».
Alla luce di tutto ciò, l’ANFFAS siciliana ribadisce in conclusione una serie di precise richieste, vale a dire: «un adeguato stanziamento di risorse economiche e un tavolo regionale di allocazione/verifica sulla loro utilizzazione, oltre al monitoraggio degli esiti, in termini di concreto miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari; un tavolo interassessoriale, con la partecipazione attiva delle organizzazioni del Terzo Settore maggiormente rappresentative, che ridisegni il welfare regionale e renda compiuto il sistema di integrazione socio-sanitaria; lo sblocco dei trasferimenti di natura finanziaria agli Enti Locali per l’erogazione dei servizi ai cittadini con un monitoraggio della qualità e dell’efficacia delle spesa; la presa in carico globale e continuativa delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari, su approcci e modelli esclusivamente basati sull’evidenza scientifica; la formulazione, per ogni persona con disabilità, di un adeguato progetto individuale, ai sensi dell’articolo 14 della Legge 328/00; adeguate politiche sociali, volte alla piena inclusione sociale delle persone con disabilita, alle pari opportunità e alla non discriminazione». (S.B.)
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