Già qualche mese fa, su queste stesse pagine, era stato Vincenzo Gallo a sottolineare le discutibili “esternazioni” sulla disabilità, prodotte dal deputato Yoram Gutgeld, consulente del Governo alla Spending Review (“revisione della spesa pubblica”). A occuparsi ora di quelle che vengono definite come le «ennesime dichiarazioni» dello stesso Gutgeld e che fanno temere «un “autunno caldo” per la disabilità», è la FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che in una nota sottolinea come «le anticipazioni di questi giorni su quelle che saranno le misure economiche contenute nella prossima Legge di Stabilità» sembrano ribadire ancora l’intenzione, nel quadro di un intervento sempre più ambizioso, «di colpire le prestazioni assistenziali e quelle riservate alle persone con disabilità, senza contare quelli che dovranno essere pesanti tagli anche per la Sanità. Quest’ultima, tra l’altro, aspetta ancora la revisione dei LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), le cui sorti sono sempre più incerte».
«E a ben vedere – prosegue la nota della FISH, riprendendo quanto ricordato inizialmente – Gutgeld non è nuovo a dichiarazioni “bellicose” verso la spesa per invalidità, quella stessa che l’allora ministro Giulio Tremonti definiva come “improduttiva”. Il retropensiero, quindi, rimane quello, nonostante la spesa sociale e la spesa per invalidità italiane siano fra le più basse d’Europa».
«Quali siano gli intenti operativi per ridurre ancora quella spesa – ci si chiede dalla Federazione – rimane un mistero: altri controlli sulle invalidità (oltre un milione negli ultimi cinque anni)? Riduzione dei beneficiari? Introduzione di nuovi criteri? In realtà si ha l’impressione che Gutgeld e il Ministero non abbiano ben chiara la dimensione e i meccanismi del fenomeno e nemmeno gli effetti e le ricadute sulle persone con disabilità e sulle famiglie italiane di azioni approssimative e avventate».
«La nostra attenzione è massima – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH – ed è quasi pari alla nostra notevole perplessità. Da un lato, infatti, si esprime l’intento di rilanciare il Paese, di diminuire la pressione fiscale, di favorire l’equità, ma dall’altro si pensa a misure che colpiscono la disabilità (e quindi l’inclusione) e la stessa salute di milioni di italiani». (S.B.)
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