In questi mesi ripetutamente si sono espresse molte preoccupazione per la sorte dell’inclusione scolastica delle persone con disabilità, come conseguenza “inattesa” delle Province.
La legge 7 aprile 2014, n. 56 – pur nell’intento di perseguire principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza – ha soppresso le Province e ne ha redistribuito le principali competenze istituzionali, ma quelle relative agli assistenti educativi e della comunicazione (AEC) sono rimaste piuttosto indeterminate.
Ma torniamo ancora indietro. Il diritto allo studio e ad una efficace inclusione scolastica non sono garantiti solo dagli insegnanti di sostegno o dall’attenzione nella predisposizione di percorsi personalizzati ma, in molti casi, anche dalla presenza di assistenti educativi e della comunicazione (AEC). Il loro supporto è essenziale soprattutto nel caso di alunni sordi, non vedenti o ipovedenti o con pluriminorazioni. Il loro ruolo è espressamente previsto dal decreto legislativo 112/1998 (art. 139, comma 1 c) che attribuiva alle Province il compito di garantire assistenti educativi e della comunicazione (AEC). Il loro supporto è essenziale soprattutto nel caso di alunni sordi, non vedenti o ipovedenti o con altre disabilità. Il loro ruolo è espressamente affermato dalla legge quadro 104/1992 (art. 13) e dalla legge 67/1993. Inoltre le stesse Province dovevano assicurare (gratuitamente) il trasporto scolastico alle persone con disabilità nelle scuole superiori.
Queste competenze ora chi spettano? Teoricamente alle Regioni o alla Città metropolitane, ma mancano anche i trasferimenti dei fondi necessari per garantire questi servizi. Avrebbero dovuto agire le Regioni nell’individuare le nuove responsabilità, ma da mesi rimangono silenti.
Segnali insufficienti
Un segnale modesto e provvisorio arriva dal Senato e riguarda proprio questii servizi di supporto scolastico rimasti “orfani” dopo che la legge 7 aprile 2014, n. 56 ha soppresso le competenze delle Province.
L’opportunità per una provvisoria soluzione è giunta nel corso della discussione e approvazione del decreto legge sugli enti territoriali (DdL 1977). Il Senato ha approvato il maxiemendamento governativo che all’articolo 8 (comma 13 quater) prevede lo stanziamento di 30 milioni di euro per i servizi di supporto scolastico (assistenti educativi e alla comunicazione e trasporto).
Ora il testo passa alla Camera dove in queste ore il Governo sta ponendo la fiducia (il testo rimane quello approvato dal Senato). 30 milioni sono però appena sufficienti ad arrivare a dicembre 2015.
Pressioni di mesi
Ma sullo stesso delicato aspetto oltre a FAND, in particolare tramite l’UICI (Unione italiana Ciechi e Ipovedenti) e FISH, specie tramite la LEDHA (Federazione lombarda della FISH), si sono alzate molti voci: Federhand (Federazione campana della FISH) ed altre associazioni aderenti come ANFFAS ed AIPD.
In particolare poi, Vincenzo Falabella, presidente FISH ha mantenuto in questi mesi una stretta interlocuzione con Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato agli Affari regionali, per promuovere un intervento normativo dirimente o almeno correttivo-
“Ci aspettiamo ora che la piena copertura finanziaria di quei servizi diventi strutturale nella prossima legge di stabilità – sottolineano FAND e FISH – Sappiamo bene infatti che la cifra di 30 milioni copre solo in parte l’emergenza per i primi tre mesi dell’anno scolastico che inizia a settembre. Il diritto allo studio, al contrario, non può essere vincolato a disponibilità di bilancio.”
Azioni concrete in Campania
Nel frattempo continuano le azioni a livello Regionale. Particolarmente decisa l’azione di Federhand/FISH Campania. È il presidente Daniele Romano a segnalare l’esito dell’incontro del 31 luglio con l’Assessore alle Politiche Sociali e alla Scuola, Lucia Fortini. Sollecitato da settimane e mirato a trovare soluzione all’emergenza prevedibile ad inizio anno scolastico: “Il Presidente De Luca e l’Assessorato si sono attivati sin dal primo momento per poter garantire che gli studenti con disabilità campani inizino il 14 settembre 2015 l’anno scolastico, usando anche le risorse appena stanziate per il fondo per la disabilità che ammontano a 15 milioni di euro, approvato ieri dal Consiglio regionale, con l’astensione delle opposizioni.”
Ma oltre a questa soluzione si segnalano anche altre due soluzioni per la Campania: “La prima è il ricorso per il prossimo anno scolastico delle risorse residue, ripartite per l’anno 2014 con il Decreto interministeriale MIUR-MEF n. 184 del 21/02/2014, richiesta già effettuata dalla stessa Assessore Fortini inviando una lettera al Ministro Giannini.” Questo fondo ammonta a circa 1,5 milioni di euro.
“La seconda ipotesi complementare è la ripartizione rapida agli enti competenti dei 30 milioni di euro stanziati dal Governo con il DdL 1977 per lo stesso obiettivo” di cui appunto abbiamo dato contro sopra.
Sottolinea Romano: “La Federhand/Fish Campania, per rafforzare l’azione del Governo regionale, ha inviato appena dopo l’incontro, una lettera al Ministro dell’Istruzione chiedendo l’uso immediato di tali fondi. Solo la rapidità di definizione dei due provvedimenti consentirà di non creare disagi agli studenti con disabilità campani.”