Della Buona salute delle persone con disabilità grave abbiamo trattato recentemente, su queste stesse pagine, e l’argomento è risultato interessante per i più. Un articolo apparso nei giorni scorsi sull’edizione di Savona del «Secolo XIX» (La vita si allunga, ma ci si ammala prima di Giuliano Gnecco, 28 agosto 2015) fornisce ora diversi spunti per occuparci della salute dei caregiver che le persone con disabilità grave accudiscono.
Lo studio sul quale si basa l’articolo citato analizza un fenomeno particolare solo apparentemente bizzarro: negli ultimi decenni, cioè, si è allungata di parecchio l’aspettativa di vita delle donne, mentre si è ridotta – almeno in Italia – la loro aspettativa di vita sana.
I due dati si prestano a mio parere a diverse possibili interpretazioni, anche perché in medicina difficilmente i fenomeni clinici hanno spiegazioni univoche.
Sull’aspettativa di vita alla nascita in Italia (fonte: CIA World Factbook, stime del 2014), sia delle donne che degli uomini, i dati appaiono a una prima lettura veramente buoni: siamo infatti i più longevi al mondo dopo i giapponesi e gli svizzeri, se si escludono i piccolissimi Paesi ad elevato benessere (Monaco, Macao, Singapore, San Marino, Andorra, Guernsey).
Sull’aspettativa di vita sana, invece (fonte: Eurostat; dati del 2015) i risultati si invertono drammaticamente: in 9 anni le donne italiane hanno perso 10 anni di vita sana! Un po’ meno peggio gli uomini: persi 7 anni.
Tra le possibili interpretazioni, assai interessante è quella di Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro e membro del Comitato Scientifico della Società Medici per l’Ambiente: dipenderebbe cioè dalle carenze di prevenzione primaria di molte patologie e dalla crisi economica che ha pesanti riflessi soprattutto sulla salute delle donne, costrette spesso a lavorare, a nutrirsi sommariamente, ad accudire figli, gli anziani, le persone con disabilità, e a farlo con minori risorse economiche.
L’aspetto più drammatico di questa tendenza riguarda probabilmente (ma io direi con certezza) la salute delle donne caregiver delle persone con disabilità grave in Italia: esse rappresentano infatti la più drammatica delle situazioni possibili in tale àmbito.
Minori risorse economiche, minore prevenzione primaria, maggiore stress, maggiore fatica fisica, peggiore alimentazione, peggiore durata e qualità del sonno provocano una tal falcidia di vite umane femminili da far pensare alla caregiver nostrana come a una “razza in rapida via d’estinzione”. E mi si perdoni l’incauto paragone, forse retaggio di un vetusto maschilismo: sono infatti un vecchio caregiver maschio!