Domanda lecita e attuale: «perché stiamo così male?». E il riferimento non è tanto alla salute fisica delle persone con o senza disabilità, ma a quel complesso di stati d’animo basati su fatti reali nel quale viviamo. Valga come risposta un piccolo esempio tratto da una realtà locale.
Nella darsena di Savona era stato recentemente inaugurato il nuovo ponte girevole che avrebbe dovuto permettere un comodo passaggio tra due zone del porto anche alle persone con disabilità motoria. Il vecchio ponte apribile, ma con scale d’accesso fornite di montascale mai funzionanti, non lo permetteva.
Lodevole iniziativa, quella del nuovo ponte, che al di là di alcuni ritardi e messe a punto iniziali, avrebbe permesso una pari opportunità di passeggiata.
Purtroppo ci si è messa di mezzo la stupidità e la malvagità degli uomini. Nei primi mesi di servizio, infatti, il meccanismo di apertura del ponte, tecnologicamente complesso, è stato messo fuori uso, come dimostrano i numerosi filmati apparsi in rete sui social, dalla scelleratezza di ragazzi in cerca di brividi emozionali o di celebrità mediatiche.
Conseguenza: aumento dei costi a carico della comunità (ovvero posizionamento di telecamere ad alta risoluzione per individuare i teppistelli) e consuete difficoltà per i non deambulanti a far due passi (si fa per dire) in una zona assai caratteristica della cittadina che diede i natali all’utilissimo sapone.
E voi, medici, infermieri, operatori sociosanitari vari, ve le lavate sempre bene le mani?…
Articoli Correlati
- Savona: speriamo nel nuovo ponte... I soldi dei cittadini non si dovrebbero mai sprecare, dicono bene le autorità di Savona: «Abbiamo dovuto riparare per dodici volte le pedane per i disabili di quel ponte nella…
- Il quarto ponte di Venezia Ripercorriamo passo dopo passo la tormentata vicenda del nuovo ponte sul Canal Grande di Venezia, progettato dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava. Già nel 2002, «DM», il giornale della UILDM…
- Quando Don Pasquale divenne uno come tutti gli altri Piccola e grande Storia si intrecciano, in questo bel racconto di vita, che parte dagli anni Sessanta, per arrivare ai giorni nostri, con la consapevolezza che «i diritti non sono…