Come riferisce «Condicio.it» – importante strumento informativo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che dal 2013 raccoglie, indicizza, raffronta e analizza le fonti, gli studi e le ricerche inerenti la condizione di vita delle persone con disabilità – il 6 agosto scorso sono state pubblicate le nuove Tavole di dati relative all’Indagine Censuaria dell’ISTAT sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli e associati per l’anno 2012, vale a dire quell’insieme di prestazioni sociali rivolte alle famiglie e ai minori, alle persone con disabilità, agli anziani, ai migranti, al contrasto della povertà e delle dipendenze, che vengono erogate a livello territoriale dai Comuni e dai loro enti associativi (asili nido, assistenza domiciliare, strutture residenziali, centri diurni ecc.).
Ebbene, nel 2012 la spesa sociale comunale è risultata pari a poco meno di 7 miliardi di euro, dato in calo, per il secondo anno consecutivo, rispetto all’anno precedente. A tale contrazione della spesa sociale comunale, va poi aggiunta la riduzione, nello stesso periodo, della quota di compartecipazione del Servizio Sanitario Nazionale per le prestazioni sociosanitarie erogate dai Comuni o dagli enti associativi, e il contemporaneo aumento della compartecipazione degli utenti al costo delle prestazioni.
Per quanto poi riguarda la spesa comunale media per abitante – diminuita nel 2011 per la prima volta dall’inizio di queste rilevazioni – essa è tornata a crescere nel 2012, assestandosi sul valore di 117,3 euro (di pochi centesimi inferiore a quello calcolato nel 2010).
Notevoli, per altro, sono state ancora una volta le differenze territoriali, andando dai 277,1 euro per abitante della Valle d’Aosta ai 24,6 euro della Calabria.
Venendo poi allo specifico della disabilità, ad essa è stato destinato, sempre nel 2012, il 24,3% della spesa sociale comunale (1.694.995.506 euro), in crescita del 4% rispetto all’anno precedente, per un valore di 2.990 euro per abitante con disabilità, anche qui con notevoli distanze tra le varie zone d’Italia (880 euro, ad esempio, è la cifra per persona con disabilità dichiarata dalle Regioni del Sud).
«Differenze territoriali – vien infine sottolineato da “Condicio.it” – si riscontrano anche in termini di livelli di presa in carico delle persone con disabilità. Con riferimento all’assistenza domiciliare socio-assistenziale, mediamente in Italia usufruiscono del servizio 7 persone con disabilità su 100. In questo caso, tuttavia, le variazioni riflettono principalmente le politiche regionali, piuttosto che il tradizionale divario Nord-Sud. La Sardegna, ad esempio, mostra un indicatore di presa in carico decisamente superiore alla media nazionale (circa 40 disabili su 100 beneficiano del servizio). Per quanto riguarda invece le strutture residenziali, gli utenti a livello di ripartizione variano dallo 0,6% del Sud al 10,7% del Nord-Est».
Suggeriamo caldamente ai Lettori anche la consultazione dell’ampio approfondimento elaborato da «Condicio.it», che propone, tra l’altro, un interessante confronto con gli altri Paesi europei, dal quale risulta ad esempio che nel 2011 la spesa destinata alle persone con disabilità è stata pari in Italia al 5,8% della spesa complessiva in protezione sociale, a fronte del 7,7% della media europea, collocandoci tra i Paesi con le percentuali più basse di spesa destinata alla disabilità, superiori solo a Grecia, Irlanda, Malta e Cipro. (S.B.)