Non avrei mai immaginato di passare una bella serata a chiacchierare, nel mio stesso dialetto friulano, con un campione italiano paralimpico, ma anche campione di simpatia. E invece eccomi qui, con Luca Campeotto, ventinovenne atleta biamputato, friulano di Teor (Udine), che da qualche tempo si trova in cima alle classifiche con grandi risultati.
Qualche dato per capire meglio di chi stiamo parlando: 100 metri, 14”66; 200 metri, 28”20; 400 metri, 1’03”60. Grandi prestazioni davvero, considerando anche che sono valse i titoli italiani vinti nel 2014 a Grosseto sui 100 e 200 e a Rieti sui 400, con relativo record, «che è quello che mi ha dato più soddisfazione – mi dice Luca – avendo corso con una modalità e con delle protesi da livelli mondiali, concepite in biomeccanica, in modo da non sollecitare le ginocchia, ma distribuendo il peso differentemente». «Con questo tipo di protesi – aggiunge – riesco a comandare le lamine in modo ottimale, ricevendo una forte spinta. Il mio lavoro punta al “salto di qualità”: mi piacerebbe infatti raggiungere un ottimo risultato alle Paralimpiadi dell’anno prossimo a Rio de Janeiro, perché so con chi dovrò correre e perciò dovrò allenarmi moltissimo».
E infatti le giornate di Luca – un bel ragazzo dal sorriso che lo caratterizza sin dal primo impatto – sono molto intense, con allenamenti quotidiani concepiti in vista dei prossimi impegni.
La disinvoltura di Luca cattura subito la mia attenzione, mettendomi a mio agio. Durante la nostra conversazione passa dai suoi record alle speranze per il futuro. «Sono stati anni impegnativi, ma di certo mi hanno dato grosse soddisfazioni; inoltre ho conosciuto molti atleti della FISPES [Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, N.d.R.] con i quali ho un bellissimo rapporto».
«Sogni nel cassetto?» gli chiedo, «molti, moltissimi, tra cui due record da battere nello skysurfing, e soprattutto nel triathlon, disciplina articolata su tre prove che si svolgono in immediata successione e che sono, sia pure basandosi su diverse distanze a seconda della categoria, comuni a tutti gli atleti: nuoto, ciclismo e corsa».
Lo skysurfing, per la cronaca, è un tipo di paracadutismo sportivo (skydiving) in cui chi lo pratica indossa una tavola attaccata ai piedi ed esegue acrobazie durante la caduta libera. Le tavole utilizzate sono generalmente più piccole e l’attacco ai piedi è normalmente removibile, in modo da poterlo sganciare se il paracadutista perde il controllo o ha difficoltà ad aprire il paracadute.
Davvero coraggioso il nostro Luca, pieno di programmi e speranze, come è giusto che sia alla sua età. Non gli mancano le opportunità per raggiungere gli obiettivi desiderati, ma soprattutto non gli difettano di certo la tenacia e la voglia di fare, ciò che sicuramente lo porterà molto lontano.
Ci lasciamo dunque con lo sguardo proiettato a Rio de Janeiro e con la speranza di ottenere lì un grande risultato «Mandi, Luca», è il mio saluto “alla friulana”, «siamo tutti con te!».