L’accessibilità alla cultura per i disabili visivi

Aiutare il lettore a entrare nella prospettiva di chi non vede o ha gravi problemi di vista e proporre alcune idee, strumenti e soluzioni utili a favorire il superamento della distanza che rischia di compromettere l’accesso delle persone con disabilità alle opportunità che la cultura di oggi offre alla generalità dei cittadini: sono questi gli obiettivi del libro di Fabio Levi intitolato appunto “L’accessibilità alla cultura per i disabili visivi”, che verrà presentato il 22 settembre a Torino

Copertina del libro di Fabio Levi, "L'accessibilità alla cultura per i disabili visivi"Verrà presentato martedì 22 settembre a Torino (Sala 3 del Cinema Massimo, Via Verdi, 18, ore 16, ingresso libero), nel corso di un incontro organizzato dall’Associazione Tactile Vision, in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, il libro di Fabio Levi L’accessibilità alla cultura per i disabili visivi. Storia e orientamenti, dato alle stampe per i tipi dell’editore torinese Silvio Zamorani.

«In questa pubblicazione – spiega Vittorio Sclaverani, presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema – sono raccolti diversi testi, frutto di una riflessione e di una sperimentazione più che ventennali, su come sia possibile offrire alle persone con disabilità visive un migliore accesso alla cultura. Oggi si ragiona oramai diffusamente di accessibilità for all [“per tutti, n.D.r.], e un approccio più limitato e specifico può forse sembrare a prima vista riduttivo rispetto al dibattito in corso. In realtà non bisogna dimenticare che, se si è arrivati a proporre una visione più ampia del design “per tutti”, è solo dopo che si sono compiuti lunghi percorsi di studio e di sperimentazione su terreni particolari. Il libro aiuta dunque ad approfondire uno di quei percorsi, attraverso l’analisi dei problemi concreti con cui si sono misurati in passato e devono misurarsi tuttora ciechi e ipovedenti, ma soprattutto proponendo e discutendo soluzioni fortemente innovative adottate nel corso degli anni in Italia e in altri Paesi, per consentire una fruizione più ampia e più ricca del patrimonio culturale, da intendersi come la necessaria premessa di una maggiore libertà di scelta e di iniziativa per ogni singolo individuo, malgrado e oltre le sue difficoltà visive».

«Con questo libro – aggiunge lo stesso Fabio Levi – mi propongo due obiettivi principali: in primo luogo aiutare il lettore a entrare nella prospettiva di chi non vede o ha gravi problemi di vista; su queste basi, poi, proporre una serie di idee, strumenti e soluzioni utili a favorire il superamento della distanza che rischia di compromettere l’accesso delle persone con disabilità alle opportunità che la cultura di oggi, ad esempio in un Museo come quello del Cinema, offre alla generalità dei cittadini».
Il volume, va segnalato anche, si conclude con un saggio curarto da Davide Lasagno, che ripercorre la storia delle riflessioni su
linguaggio e cecità, dagli sforzi di integrazione scolastica dei non vedenti attorno alla metà del Novecento al dibattito sul verbalismo degli ultimi decenni.

La presentazione del 22 settembre, condotta da Peppino Ortoleva dell’Università di Torino, potrà contare sulla partecipazione – oltreché di Fabio Levi – di Laura Anfuso, pedagogista, Hoelle Corvest della Città della Scienza di Parigi, Francesco Fratta dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), Anna La Ferla del Museo di Palazzo Madama a Torino, Rocco Rolli di Tactile Vision ONLUS e Paola Traversi del Museo Nazionale del Cinema. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@tactilevision.it; info@amnc.it.

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