Per ogni Convenzione dell’ONU – compresa quella sui Diritti delle Persone con Disabilità – vi è un Comitato che ha il compito di monitorarne la reale applicazione nei vari Paesi del mondo. Accade quindi, naturalmente, anche per la Convenzione sui Diritti Economici, Sociali e Culturali – meglio nota come Patto Internazionale sui Diritti Economici e Culturali – trattato adottato nel 1966 ed entrato in vigore dieci anni dopo, che nacque dall’esperienza della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che è stato sottoscritto e ratificato da tutti i membri delle Nazioni Unite.
Oggi, 25 settembre, presso il Palazzo delle Nazioni a Ginevra, in occasione della sessione annuale di lavoro del Comitato (CESCR), toccherà anche all’Italia essere sottoposta ad esame dal Comitato stesso e come pure succede per ogni altra Convenzione ONU, in questi casi un ruolo significativo viene assunto anche dalle organizzazioni della società civile, che possono presentare un proprio resoconto sullo stato di applicazione del trattato nel proprio Paese.
Durante lo scorso mese di luglio, il FID – ovvero il Forum Italiano sulla Disabilità, che rappresenta a livello europeo le istanze delle persone con disabilità in Italia, organismo membro dell’EDF (European Disability Forum), nato nel 2008 a seguito dell’unificazione del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e del CID.UE (Consiglio Italiano dei Disabili per i rapporti con l’Unione Europea), per rappresentare le decine di organizzazioni aderenti a FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) – ha inviato al CESCR un documento nel quale ha evidenziato alcune questioni relative ai cittadini italiani con disabilità, testo che insieme a quelli elaborati da altre reti della società civile, servirà come base di discussione nell’incontro tra il CESCR e la Delegazione Governativa Italiana.
«Tra le molteplici questioni che toccano i cittadini italiani con disabilità – spiega Luisella Bosisio Fazzi, che sarà tra i presenti a Ginevra – il FID ne ha scelte alcune ritenute cruciali e fondamentali per la loro qualità di vita, toccando via via punti quali la protezione e la promozione dei diritti umani, le risorse pubbliche, la non discriminazione, il diritto al lavoro per le donne con disabilità, la sicurezza sociale, la protezione della famiglia, delle madri e dei bambini, l’educazione, la cultura e il progresso scientifico. Il tutto fornendo una serie di informazioni sintetiche e precise, oltreché di punti critici, che si auspica vengano presi in considerazione dal Comitato ONU nella stesura finale delle Raccomandazioni all’Italia».
«Questo – aggiunge Bosisio Fazzi – si è reso assolutamente necessario, in particolare dopo la lettura del rapporto e dei successivi documenti inviati dal Governo al Comitato, dai quali si evince la perdurante posizione marginale delle tematiche relative alla condizione di disabilità nelle agende politiche e sociali, in particolare quando esse afferiscono al livello locale. E tutto ciò nonostante risalga ormai al 2009 [Legge 18/09, N.d.R.] la ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». (S.B.)