L’International Progressive MS Alliance (PMSA) è un’iniziativa internazionale che connette le risorse e gli esperti di tutto il mondo per trovare risposte e sviluppare soluzioni che pongano fine alla sclerosi multipla progressiva, condizione cronica che interrompe il flusso di informazioni all’interno del cervello e del corpo, progredendo nel tempo e privando via via le persone che ne sono affette di visione, capacità cognitive, mobilità, capacità di lavorare e indipendenza personale.
Attualmente si stima che circa un milione di persone nel mondo convivano con una forma di sclerosi multipla progressiva (su 2 milioni e 300.000 di casi totali).
L’obiettivo dell’Alleanza è quello appunto di accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti per questa forma della malattia, finanziando la ricerca migliore, ovunque esista.
La PMSA è gestita dalle Associazioni di persone con sclerosi multipla di Australia, Canada, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, e dalla MSIF, la Federazione Internazionale per la Sclerosi Multipla, ampliando le proprie risorse tramite il sostegno finanziario di queste e altre organizzazioni, come le Associazioni di Belgio, Danimarca, Olanda e Spagna.
Nei giorni scorsi la PMSA ha assegnato il suo secondo bando di ricerca, ciò che ha portato a selezionare undici reti collaborative, che saranno dirette da alcuni tra più importanti studiosi, leader e scienziati di tutto il mondo, impegnati sulla sclerosi multipla.
In particolare, questo nuovo finanziamento ha voluto lanciare un programma mirato, per arrivare allo sviluppo di reti di collaborazione in tutto il mondo, in grado di accelerare i progressi soprattutto in tre aree chiave, vale a dire quella dei candidati farmacologici pre-clinici per la sclerosi multipla progressiva, quella riguardante misure significative (outcomes), come biomarcatori per gli studi clinici, e quella centrata sull’avvio di studi clinici per nuovi trattamenti.
I nuovi progetti approvati – insieme ai ventidue già finanziati con il primo bando del 2014 – fanno parte di un ambizioso programma a lungo termine, che prevede un investimento complessivo di 22 milioni di euro nei prossimi cinque anni.
Particolare motivo di orgoglio è constatare che tra le reti internazionali selezionate nei giorni scorsi, tre sono coordinate da ricercatori italiani e che tra i vari gruppi coinvolti, sono complessivamente dodici gli studiosi del nostro Paese.
Per l’Italia, dunque, i vincitori del secondo bando della PMSA sono stati i gruppi diretti rispettivamente da Gianvito Martino, con un progetto di bioinformatica per la riprogrammazione di cellule staminali in vitro, per scoprire nuovi trattamenti, quello di Massimo Filippi, impegnato nell’àmbito dell’imaging (“diagnostica per immagini”) del midollo spinale, allo scopo di diagnosticare e monitorare il trattamento della forma progressiva della malattia e quello di Letizia Leocani, che studia il ruolo della plasticità nella sclerosi multipla progressiva e l’impatto del trattamento riabilitativo. Tutti e tre sono ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
«L’impegno globale per affrontare in modo collaborativo e superare le barriere per trovare soluzioni per la sclerosi multipla progressiva – sottolinea Cynthia Zagieboylo, presidente del Comitato Esecutivo della PMSA e responsabile esecutiva della National MS Society (Stati Uniti) – sta ispirando l’intero mondo a fare di più. Oggi, infatti, il mondo è unito in un modo prima ritenuto impossibile, per trovare le soluzioni di cui la comunità della sclerosi multipla progressiva necessita con urgenza».
«Le risorse investite in passato sulle forme a ricadute e remissioni di sclerosi multipla – aggiunge Mario Alberto Battaglia, presidente della FISM, la Fondazione che agisce a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) – hanno prodotto notevoli risultati dal punto di vista dello sviluppo di trattamenti e della qualità di vita delle persone con sclerosi multipla. La storia di questa ricerca ci porta a credere che solo con un investimento altrettanto importante, e globale, riusciremo a cambiare il futuro della sclerosi multipla progressiva, anche per il milione di persone che ne sono colpite nel mondo».
«La risposta dei ricercatori d’eccellenza di tutto il mondo alla chiamata delle persone con sclerosi multipla – conclude Paola Zaratin, che dirige la ricerca scientifica dell’AISM – è stata di proporzioni che non si sono mai verificate in precedenza. Questi risultati ci dicono che dobbiamo spingere ancora di più l’acceleratore. Infatti, solo unendo le risorse e l’impegno di tutti gli attori della ricerca possiamo raggiungere gli obiettivi ambiziosi nel trovare un trattamento anche per la forma progressiva di sclerosi multipla, a tutt’poggi orfana di terapie». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.