Un anno passato a “fotografare gli impostori”

di Simone Fanti*
Quali sono stati i risultati ottenuti in un anno dal Gruppo Facebook “Fotografa l’impostore”, nato per raccogliere foto di automobilisti che parcheggiano nei posti riservati alle persone con disabilità? Niente affatto disprezzabili, se è vero che ha contribuito a una maggiore presa di coscienza dei cittadini, a fare accogliere alcune buone idee da parte dei Comuni e delle Polizie Municipali e a far diventare a norma dei parcheggi che non lo erano. E anche a smascherare rapine inesistenti...
Da Gruppo Facebook "Fotografa l'Impostore" (foto di Cinzia Bettini)
Uno dei tanti abusi documentati dal Gruppo Facebook “Fotografa l’Impostore” (foto di Cinzia Bettini)

Compirà un anno fra poche settimane, i primi di novembre, ma è già ora dei primi bilanci per il Gruppo Facebook Fotografa l’impostore [se ne legga anche la nostra presentazione, pubblicata a suo tempo, N.d.R.], che raccoglie foto di automobilisti che parcheggiano nei posti riservati ai disabili.
Un’idea, sociale, portata avanti da un gruppetto di undici amministratori iperattivi, tra i quali i fondatori Massimo Vettoretti e Simona Zanella, due persone con disabilità non vedenti. «Nel novembre dello scorso anno – raccontano – constatammo che il malcostume di parcheggiare abusivamente era sempre più diffuso». Nacque così il gruppo che oggi conta circa 3.400 persone».

Risultati? «Inizia ad esserci una maggiore presa di coscienza dei cittadini – spiegano -. Si è poi instaurato un buon rapporto di collaborazione con diverse Amministrazioni Comunali, anzi alcune delle idee che abbiamo proposto sono state accolte dai Comuni e dalla Polizia Municipale, come ad esempio far stipulare delle convenzioni ed emettere ordinanze per poter far intervenire le forze dell’ordine all’interno di luoghi privati, ma aperti al pubblico (supermercati, parcheggi interni agli ospedali), per sanzionare coloro che non rispettano i parcheggi dedicati ai disabili. Inoltre. sono stati messi a norma dei parcheggi che non lo erano, come ad esempio quello all’Ospedale San Martino e al Terminal Traghetti di Genova».

Accanto all’azione di denuncia – una sorta di “gogna pubblica” di automobilisti – e agli accordi locali, dal Gruppo è nata anche un’iniziativa parlamentare: «Abbiamo proposto un emendamento da inserire nella riforma del Codice della Strada [Atto del Senato n. 1638, N.d.R.] in Ottava Commissione Trasporti, per aumentare il peso sanzionatorio a carico di chi non rispetta i parcheggi gialli. Esso, però, è fermo a Palazzo Madama dal mese di gennaio di quest’anno. Abbiamo poi spedito due raccomandate al sindaco di Torino, Piero Fassino, che è anche presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con una serie di proposte di cui molte a costo zero, al fine di migliorare la vita delle persone con disabilità per ciò che riguarda gli spostamenti in auto, i parcheggi e gli accessi alle ZTL (Zone a Traffico Limitato). Non abbiamo però mai ricevuto una risposta».

E càpita anche, a quanto pare, che siano le stesse forze dell’ordine a trasgredire. «A volte sì – dicono Vettoretti e Zanella -, piazzano i loro mezzi sui parcheggi per disabili, anche se non sono in situazioni di emergenza. Se si chiedono loro spiegazioni, talvolta rispondono in maniera arrogante, in alcuni casi ribadiscono che si tratta solo di qualche minuto. La vicenda che più ci ha colpito, però – fortunatamente si tratta di un episodio isolato – è accaduta nell’inverno scorso quando le forze dell’ordine si sono inventate una storia assurda di una rapina, inviandoci in tal senso un’e-mail ufficiale. Abbiamo verificato sul posto. La rapina non c’era mai stata!».

Il presente testo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Fotografa l’Impostore: ogni tanto anche le forze dell’ordine…” e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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