La linea del 20 è uno strumento alternativo a quello dei regoli colorati, messo a punto dal pedagogista Camillo Bortolato, per apprendere i numeri e il calcolo nella scuola primaria e nella fase di preparazione svolta nella scuola dell’infanzia.
La versione per non vedenti e sordociechi, realizzata dallo stesso Bortolato e da Maria Clarice Bracci, sarà ora al centro di un corso pratico in programma per sabato 17 ottobre a Roma, prima iniziativa del genere nel nostro Paese, a cura della psicologa e psicoterapeuta Maria Luisa Gargiulo, alla quale ci si potrà ancora iscrivere fino al 2 ottobre.
Si tratterà di una giornata interamente dedicata a insegnanti ed educatori, finalizzata appunto ad apprendere l’utilizzo del metodo analogico e degli strumenti tattili, per la didattica della matematica delle prime elementari.
In particolare verranno presentati il Manuale per l’insegnante, il CD-Rom per l’alunno, la Linea del 20 tattile, le Schede visuotattili dei numeri, L’armadio del 100 e La tavola del 1000, ovvero il kit completo degli strumenti disponibili.
«Una delle caratteristiche di questo metodo – spiega Gargiulo – risiede nella sua inclusività. Da tempo, infatti, sono stati pubblicati analoghi strumenti visivi per apprendere la matematica e il calcolo da parte di tutta la classe, così da permettere al bambino non vedente di seguire il programma di tutti, sebbene con strumentazioni tattili specifiche. Penso ad esempio al Casellario Romagnoli, al cubaritmo e alla dattiloritmica, ben conosciuti da chi si occupa di bambini con deficit visivo grave e spesso imprescindibili ausili didattici. Questo nuovo strumento, tuttavia, integra perfettamente l’uso di quelli della tiflologia classica con quello che mancava, cioè schede per la comprensione delle quantità, una linea dei numeri per le ordinalità e un metodo specifico per il calcolo intuitivo».
Scrive Camillo Bortolato nella prefazione del suo manuale (Trento, Erickson): «I bambini ciechi ci vedono benissimo, perché è proprio chiudendo gli occhi che i loro compagni possono pensare di riuscire a fare i propri conti. Questo è il segreto, per tutti: chiudere gli occhi. Solo così, estraniandosi dall’esterno, è possibile entrare in uno spazio speciale, preordinato, in cui fare il calcolo mentale. Uno spazio in cui paradossalmente conta di più la disposizione delle palline che le palline stesse».
«Anche la mente dei bambini ciechi – prosegue Gargiulo – può funzionare in modo computazionale, apprendendo in modo intuitivo a muoversi nel mondo dei numeri. Di solito l’insegnamento della matematica elementare è un grosso scoglio delle prime classi, perché l’insegnante deve fare i conti con la differenza del modo di immaginare di un bambino cieco rispetto ai suoi compagni vedenti e perché non può utilizzare i tanti supporti visivi creati per la comprensione del mondo dei numeri. La Linea del 20, nella versione per non vedenti e sordociechi, può essere un utile strumento e, più ancora, un metodo e un programma completo, mediante le schede tattili, lo strumento in plastica e gli esercizi propedeutici, per condurre in modo intuitivo il bambino nel mondo dei numeri, delle operazioni e delle quantità. Se infatti il metodo analogico e gli strumenti della Linea del 20 messi a punto da Camillo Bortolato permettono ai bambini di apprendere in modo intuitivo i numeri e di imparare a svolgere le operazioni attraverso le innate propensioni del cervello al pensiero quantitativo, questa versione per non vedenti, inventata da Maria Clarice Bracci e dallo stesso Bortolato, nasce per permettere anche ai bambini con problemi di vista di utilizzare il metodo analogico, superando così le difficoltà di rappresentazione delle quantità e di consapevolezza e controllo delle operazioni matematiche, tipici ostacoli della didattica delle classi elementari per i bambini non vedenti e ipovedenti».
«Anche più avanti – sottolinea ancora la promotrice del corso del 17 ottobre – molti ragazzi ciechi trovano difficoltà nella matematica, utilizzando procedimenti meccanici, perché non hanno acquisito una basilare esperienza e una reale conoscenza delle quantità e del modo in cui si può agire su di esse. Ciò conduce a un ritardo scolastico e a continue difficoltà anche nelle classi superiori. Acquisire invece un’esperienza e una rappresentazione aptica [aptica è sinonimo di tattile, N.d.R.] delle serie di quantità, permette alla persona con deficit visivo di costruire esperienze concrete da utilizzare per contare, aggiungere, sottrarre, dominando finalmente i umeri anche nelle numerosità elevate, costruendo un pensiero e una conoscenza procedurale dell’ordine dei numeri e pensando in modo computazionale».
Come detto inizialmente, le iscrizioni al corso sono ancora aperte fino al 2 ottobre e gli argomenti che vi verranno trattati saranno: Dalle mani agli strumenti per calcolare; Sviluppare una competenza intuitiva sui numeri e sul calcolo; “Subitizing” e aptica; Esercitazioni pratiche per l’applicazione del metodo. (S.B.)
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