Proprio nell’imminenza della Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down dell’11 ottobre – dedicata dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) al tema dell’autonomia e della quale abbiamo ampiamente riferito in altra parte del giornale – si sono verificati una serie di gravi episodi di discriminazione e intolleranza.
A Genova, infatti, un giovane con sindrome di Down è stato aggredito in un autobus nella più completa indifferenza dei presenti, fatto sul quale vi è stata una dura presa di posizione dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), segnalata anche dal nostro giornale. A Ferrara, poi, una madre ha ritirato la figlia dalla scuola dell’infanzia perché un’assistente della struttura è una persona con sindrome di Down. Senza dimenticare, infine, le dure polemiche suscitate dalla vignetta pubblicata nell’ultimo numero dell’ormai celebre testata francese «Charlie Hebdo», ove colui che fu uno dei più noti presidenti della Francia, Charles de Gaulle, utilizza la sindrome di Down come un’offesa.
A proposito di quest’ultima vicenda, una madre francese ha scritto al giornale satirico che «da quando mia figlia è nata con la sindrome di Down, mi batto perché la sua condizione smetta di essere un insulto da cortile da scuola».
«È anche questo – sottolineano dal CoorDown – il senso che abbiamo voluto dare alla Giornata Nazionale dell’11 ottobre: sensibilizzare l’opinione pubblica, combattere i pregiudizi e far conoscere le grandi potenzialità delle persone con sindrome di Down, perché “essere differenti è normale”».
Sul fatto di Ferrara, inoltre, si pronuncia esplicitamente anche Sergio Silvestre, presidente del CoordDown, dichiarando in una nota che «tutti i casi di discriminazione nei confronti di persone con sindrome di Down ci colpiscono sempre in modo particolare, ma al tempo stesso ci spronano a lavorare ogni giorno di più, per costruire un’autentica cultura della diversità. La mamma che a Ferrara ha ritirato la propria figlia da scuola lo ha fatto soltanto per ignoranza, cioè per assoluta mancanza di conoscenza e di informazioni adeguate sulla sindrome di Down, come troppo spesso avviene in episodi simili a questo. La invitiamo quindi a superare la barriera del pregiudizio, a conoscere meglio i nostri ragazzi, a scoprirne le potenzialità, magari a frequentare una delle nostre Associazioni. E con un gesto di apertura nei suoi confronti, in occasione della Giornata Nazionale dell’11 ottobre, le invieremo il nostro messaggio di cioccolato, prodotto per l’evento. Perché un cromosoma in più può essere una risorsa e non qualcosa di cui avere paura». (S.B.)
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