«Questo premio è nato dall’esigenza da parte delle associazioni coinvolte di voler dare un giusto riconoscimento a coloro che, per la loro attività, si sono distinti nel campo dei diritti umani. In un mondo in cui il profitto sembra essere lo scopo ultimo di ogni intento, bisogna infatti sostenere chi lotta veramente, sacrificando spesso gran parte (o del tutto) la propria esistenza per aiutare il prossimo. I mass media spesso non prestano la dovuta attenzione al tema dei diritti umani, se non in maniera superficiale. È giunto quindi il momento non solo di dare un giusto riconoscimento a chi lotta per la difesa dei più deboli, ma anche di parlare su come possano essere tutelati meglio questi diritti che, anche in paesi come l’Italia oltre che all’estero, sono sistematicamente violati, soprattutto nei confronti dei più deboli».
Così l’organizzazione FLIP (Free Lance International Press) presenta il Premio Italia Diritti Umani, iniziativa promossa in collaborazione con la Sezione italiana di Amnesty International, Cittanet e lo Studio Scopelliti-Ugolini, dedicata alla memoria di Antonio Russo, che della FLIP fu già vicepresidente, giornalista-inviato di Radio Radicale brutalmente ucciso in Georgia nel 2000.
Ed è per noi motivo di particolare soddisfazione registrare che tra i premiati dell’edizione di quest’anno – la cui cerimonia è in programma nel pomeriggio del 15 ottobre presso l’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia di Roma (Via Pietro Cossa, 40 – Piazza Cavour) – vi sarà anche Silvia Cutrera, firma spesso presente sulle pagine del nostro giornale.
Presidente dell’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), Cutrera otterrà il riconoscimento per il suo sostegno e per le attività svolte negli ultimi dieci anni a tutela dei diritti delle persone con disabilità, in conformità a quanto stabilito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. La ONLUS da lei presieduta, in particolare, promuove e supporta la realizzazione di progetti personalizzati di assistenza autogestita di persone con disabilità, oltre ad organizzare eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della Vita Indipendente e dell’inclusione sociale.
Tra gli altri scopi fondamentali dell’AVI, vi è poi la diffusione della conoscenza su quanto accaduto alle persone con disabilità, durante gli anni del nazismo ed è stato proprio in questa prospettiva che nel 2011 e nel 2014 la ONLUS ha realizzato due documentari dal riconosciuto valore storico e sociale, dei quali ci siamo a suo tempo ampiamente occupati, vale a dire Vite indegne, dedicato al famigerato Programma Aktion T4, che già dagli Anni Trenta del Novecento “sperimentò” sulle persone con disabilità la successiva “soluzione finale” contro gli ebrei e gli altri “impuri” e Otto Weidt – Uno tra i Giusti, sulla figura di quel piccolo imprenditore con disabilità visiva, ricordato anche come “lo Schindler cieco”, che durante la seconda guerra mondiale attuò una serie di strategie per garantire la sopravvivenza degli operai ebrei della sua fabbrica di spazzole.
In collaborazione poi con l’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma, Cutrera ha svolto una ricerca presso gli archivi della scuola elementare romana Garibaldi (La memoria nel presente, a cura di Silvia Haia Antonucci, Silvia Cutrera e Fabiola Di Caccamo, IX Municipio di Roma, 2011), individuando alcune persone ebree che nel 1938, in tenera età, vennero espulse dalla città in seguito alle leggi razziali fasciste. A loro, tra l’altro, è stato chiesto di incontrare gli alunni di oggi, per mantenere sempre viva la memoria di quanto accaduto nel passato, «un passaggio di testimonianza – sottolinea la stessa Cutrera – per non abbassare mai la guardia, perché il pericolo di discriminazioni è sempre in agguato».
Né si può dimenticare, infine, la più che proficua collaborazione dell’AVI di Roma con l’ECAD (Ebraismo Culture Arti e Drammaturgia), che ha portato all’istituzione del Premio per la Drammaturgia Teatro e Disabilità e al libro La mia storia ti appartiene: 50 persone con disabilità si raccontano, curato dalla stessa Silvia Cutrera insieme a Vittorio Pavoncello, cui ha fatto seguito la mostra La mia immagine ti appartiene, realizzata da SpamLife, nella quale ben trentaquattro artisti hanno rappresentato la bellezza della diversità.
Un riconoscimento, dunque, senz’altro più che meritato, che inorgoglisce anche il nostro giornale, costituendo anche un prezioso segnale sulla crescente visibilità assunta dall’impegno in àmbito di diritti umani delle persone con disabilità e delle loro famiglie. (S.B.)
È disponibile il programma completo della cerimonia conclusiva del 15 ottobre a Roma del Premio Italia Diritti Umani 2015.