«Anch’io avrei riportato a casa i miei nipoti, perché i Down vanno bene in cucina o a fare giardinaggio»: così il dottor Massimo Masotti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Ferrara, pensionato, ma ancora con importanti incarichi istituzionali, aveva commentato in Facebook la vicenda riguardante quella mamma della città emiliana che una decina di giorni fa aveva ritirato la figlia dalla scuola dell’infanzia, per la presenza nelle aule di un’assistente con la sindrome di Down. Un fatto denunciato anche dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), nell’imminenza della Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down dell’11 ottobre, insieme ad altri casi di intolleranza e discriminazione.
Lo stesso CoorDown ha appreso successivamente con soddisfazione la notizia delle dimissioni del dottor Masotti dalla sua carica nell’Ordine ferrarese, immediatamente accolte da quest’ultimo, che ha proceduto anche alla sua cancellazione dall’Albo. «Si è trattato infatti di una dichiarazione molto grave – si legge in una nota del Coordinamento – che si aggiunge alle altre spiacevoli cronache delle scorse settimane e che ci ha improvvisamente riportato indietro nel tempo, in un clima culturale impregnato di pregiudizi, ignoranza e luoghi comuni. Parole che sono apparse ancora più pesanti perché pronunciate da un medico con una lunga esperienza professionale alle spalle, dal quale ci si aspetterebbe correttezza di informazione, un alto livello di preparazione e soprattutto un apporto di carattere scientifico al dibattito pubblico. La decisione di dimettersi, quindi, è stato un gesto di responsabilità, dovuto e inevitabile».
«Innanzitutto – dichiara dal canto suo Sergio Silvestre, presidente nazionale del CoorDown – vogliamo ringraziare le tantissime persone che ci hanno mostrato solidarietà e tutte quelle che l’11 ottobre, in oltre duecento piazze italiane, hanno partecipato alla Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down».
«Ci dispiace – afferma poi – che il medico di Ferrara non abbia ritenuto opportuno scusarsi. Al tempo stesso, però, questo grave episodio, insieme a quelli della scorsa settimana, ci spinge a lavorare ogni giorno con grande impegno sulla strada della sensibilizzazione e della corretta informazione, strumenti sempre più necessari per costruire una cultura della diversità».
«È fondamentale – conclude Silvestre – che l’opinione pubblica sia maggiormente sensibilizzata sul tema dell’inclusione e acquisisca più consapevolezza sulle reali potenzialità delle persone con sindrome di Down, che sono molte. Un’attività di comunicazione, questa, che è necessaria anche nei confronti di educatori e assistenti sociali e perfino, come questo caso ci dimostrea, nei confronti di medici e operatori sanitari». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@coordown.it.
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