Disinformazione, madre di notizie e giudizi errati

«Solo la mancata conoscenza di quanto abbiamo scritto e detto o il voluto travisamento delle nostre idee può essere la spiegazione di tanta disinformazione ed errate notizie, sparse con articoli di stampa e comunicati vari»: così Salvatore Nocera, a nome delle Federazioni di Associazioni di persone con disabilità, replica all’accusa proveniente dall’Associazione ANIEF e anche da altri, di volere trasformare i docenti per il sostegno in figure “sanitarie” o “parasanitarie”

Realizzazione grafica con cartelli stradali che rappresentano l'inclusioneLeggo un comunicato prodotto nei giorni scorsi dall’Associazione ANIEF, intitolato SCUOLA – Sostegno agli alunni disabili, il Governo vuole introdurre il docente-medico: no del sindacato, sarebbe un grave errore e ascolto anche altre voci secondo le quali la Legge di riforma della scuola [Legge 107/15, N.d.R.], vorrebbe abolire il docente per il sostegno.
Ebbene, dal momento che ho partecipato alle audizioni parlamentari sulla Legge di riforma, come vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), carica che ricoprivo allora, sento il dovere di dichiarare che queste affermazioni sono destituite di ogni fondamento.

Sia la FISH che l’altra Federazione FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) avevano presentato alla Camera la Proposta di Legge AC 2444, recante una serie di princìpi che, grazie a varie audizioni, sono stati recepiti nell’articolo 1, comma 181, lettera C della Legge di riforma 107/15. Una volta recepiti questi orientamenti della Proposta di Legge, le Federazioni – all’interno dell’Osservatorio per l’Integrazione Scolastica del Ministero – hanno chiesto che essi venissero calati nell’emanando Decreto Delegato.
Come ho avuto occasione di sostenere in dibattiti pubblici con esperti del settore della pedagogia speciale come Dario Ianes, Luigi D’Alonzo e Alain Goussot, oltreché sulla testata «Orizzonte Scuola» e anche con numerosi docenti per il sostegno e i loro coordinamenti, né noi, né quindi il Ministero, abbiamo mai avuto l’idea di introdurre il “docente-medico” o di volere abolire il docente per il sostegno.
In tal senso, le nostre posizioni sono rinvenibili su numerose testate – a partire da questa stessa – e su numerose pubblicazioni, come ad esempio la recente nuova edizione del libro L’evoluzione dell’insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva di Dario Ianes.

Riassumo, in sostanza, quello che abbiamo sempre sostenuto con chiarezza e quel che intendiamo ottenere.
Vogliamo, per i docenti di sostegno, un triennio di formazione pari a quella di tutti gli altri docenti, ai sensi del Decreto Ministeriale 349/10 e cioè il primo triennio del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria per i docenti che vorranno poi entrare negli appositi ruoli per il sostegno nella scuola dell’infanzia e primaria e una laurea breve, orientata all’insegnamento, per tutti coloro che vorranno poi entrare negli appositi ruoli delle scuole secondarie di primo e di secondo grado; a tale triennio seguirà una specifica laurea specialistica, concernente la specializzazione per il sostegno didattico e al termine un anno abilitante di tirocinio.
I futuri docenti per il sostegno dovranno studiare almeno pedagogia generale e speciale, didattica delle singole discipline curricolari e didattiche speciali concernenti gli alunni, con riguardo ai bisogni educativi derivanti dalle differenti disabilità, al fine di sapere impostare adeguate strategie didattiche, che rispondano appunto ai bisogni educativi di ciascun alunno con le principali tipologie di disabilità (cecità, sordità, sindrome di Down, autismo, disabilità mentale grave, sordocecità e altre minorazioni aggiunte, disabilità motorie).
Per quanto poi riguarda la Commissione Ministeriale che dovrà formulare i contenuti dei nuovi corsi di specializzazione e del tirocinio, essa potrà inserire tutte le altre discipline e attività che riterrà necessarie a una formazione di professionisti della scuola, che dovranno essere di sostegno all’inclusione scolastica di qualità degli alunni con disabilità e per questo dovranno essere “di sostegno” anche ai colleghi curricolari. Questi ultimi, invece, dovranno obbligatoriamente svolgere durante gli studi universitari almeno trenta crediti formativi universitari, pari a circa un semestre, sulle didattiche inclusive, in modo finalmente da prendersi seriamente in carico il progetto inclusivo, evitando di delegarlo – come troppo spesso avviene e specie nelle scuole secondarie – ai soli colleghi per il sostegno.

Invito dunque l’ANIEF e gli altri detrattori delle nostre proposte a dimostrare da dove, in quanto detto, si possa desumere che vorremmo trasformare i docenti per il sostegno in figure “sanitarie” o “parasanitarie”. Solo la mancata conoscenza di quanto abbiamo scritto e detto o il voluto travisamento delle nostre idee può essere la spiegazione di tanta disinformazione ed errate notizie, sparse con articoli di stampa e comunicati vari.
Il 14 novembre prossimo a Rimini, all’interno della decima edizione del tradizionale convegno internazionale La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale, organizzato dal Centro Studi Erickson, si svolgerà una tavola rotonda proprio su questo tema e sarà quella un’ulteriore occasione per chiarire le nostre posizioni e smentire le false notizie.

Presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), della quale è stato vicepresidente nazionale.

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