Per ogni Convenzione dell’ONU – compresa, com’è ben noto, quella sui Diritti delle Persone con Disabilità – vi è un Comitato che ha il compito di monitorarne la reale applicazione nei vari Paesi del mondo. Accade quindi anche per la Convenzione sui Diritti Economici, Sociali e Culturali – meglio nota come Patto Internazionale sui Diritti Economici e Culturali – trattato adottato nel 1966 ed entrato in vigore dieci anni dopo, che nacque dall’esperienza della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che è stato sottoscritto e ratificato da tutti i membri delle Nazioni Unite.
Come avevamo riferito a suo tempo, alla fine di settembre, presso il Palazzo delle Nazioni di Ginevra, in occasione della sessione annuale di lavoro del Comitato (CESCR), è toccato anche all’Italia essere sottoposta ad esame dal Comitato stesso e come pure succede per ogni altra Convenzione ONU, in questi casi un ruolo significativo è stato assunto anche dalle organizzazioni della società civile, che hanno la facoltà di presentare un proprio resoconto sullo stato di applicazione del trattato nel proprio Paese.
Nel luglio precedente, il FID – ovvero il Forum Italiano sulla Disabilità, che rappresenta a livello europeo le istanze delle persone con disabilità in Italia, organismo membro dell’EDF (European Disability Forum), nato nel 2008 a seguito dell’unificazione del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e del CID.UE (Consiglio Italiano dei Disabili per i rapporti con l’Unione Europea), per rappresentare le decine di organizzazioni aderenti a FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) – aveva inviato al Comitato CESCR un documento contenente una serie di questioni relative ai cittadini italiani con disabilità, testo che insieme a quelli elaborati da altre reti della società civile, è servito come base di discussione nell’incontro tra il CESCR e la Delegazione Governativa Italiana.
Ebbene, è ora importante registrare che le Osservazioni e le Raccomandazioni prodotte in tale occasione e inviate al nostro Paese parlano in varie parti di disabilità o, per meglio dire, puntualizzano per ben quindici volte la questione dell’insufficiente – se non assente – godimento dei diritti economici, sociali e culturali da parte dei cittadini e delle cittadine con disabilità, a causa della mancata applicazione delle norme e di risorse esigue.
Discriminazione e accomodamento ragionevole, violenza contro le donne con disabilità, pericolo di istituzionalizzazione per le persone con disabilità intellettiva e psicosociale, educazione inclusiva, servizi territoriali, raccolta insufficiente di dati: questi, nel dettaglio, sono gli àmbiti nei quali l’Italia, secondo il Comitato CESCR, non fa abbastanza per le persone con disabilità. Senza dimenticare poi che ancora una volta il nostro Paese è stato biasimato per la perdurante mancanza di un’Istituzione Nazionale Indipendente sui Diritti Umani.
Dopo un’analisi approfondita, dunque, delle Osservazioni e delle Raccomandazioni prodotte a Ginevra, esse dovranno essere attentamente monitorate nel prossimo quinquennio dal movimento delle persone con disabilità, delle loro famiglie e delle organizzazioni che le rappresentano, in vista del prossimo Rapporto, che dovrà essere appunto presentato nel 2020. (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione il FID (Forum Italiano sulla Disabilità) e Luisella Bosisio Fazzi.
È disponibile (in lingua inglese) il documento contenente le Osservazioni e le Raccomandazioni all’Italia, inviate dal Comitato dell’ONU sui Diritti Civili, Economici, Sociali e Culturali (CESCR).