«Per l’ennesima volta le chiediamo di mantenere le promesse, attraverso una comunicazione inequivocabile circa il recupero per il 2015 del Fondo Sociale Regionale nelle dimensioni tali da garantire il cofinaziamento regionale dei servizi, così come assicurato nel 2014. Occorre per altro che non ci si fermi a questo, perché la sua indicazione, in occasione dell’incontro con i Comuni del settembre scorso, di un finanziamento sociale per il 2016 pari a 7 milioni, significa ricominciare il prossimo anno in una situazione di intollerabile precarietà che le persone che hanno bisogno dei servizi non possono più sopportare».
A un mese da una precedente nota di tono analogo, le tante organizzazioni delle Marche che compongono la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela) tornano a scrivere direttamente al presidente della Regione Luca Ceriscioli, oltreché agli altri componenti della Giunta e del Consiglio, in merito al ripristino del Fondo Sociale Regionale 2015, sul quale – come avevamo riferito a suo tempo – lo stesso presidente Ceriscioli aveva assunto precisi impegni sia prima che dopo le elezioni amministrative della primavera scorsa.
«Un ripristino – scrivono da Trasparenza e diritti e dal CAT Marche – che assicuri ai Comuni fondi regionali tali da garantire il mantenimento degli interventi e dei servizi sociali erogati. E tuttavia, la mancata risposta ai nostri precedenti messaggi, unita alle dichiarazioni e ai comunicati prodotti nel frattempo, destano grandissima preoccupazione. Veniamo pertanto nuovamente a richiedere una risposta che contenga un inequivocabile chiarimento, per sapere come sarà composto il Fondo Sociale Regionale, in riferimento alle singole Leggi di settore (politiche giovanili; minori fuori famiglia; persone con disabilità [Legge Regionale 18/96, “Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone in condizioni di disabilità”, N.d.R.]; famiglia; servizi per infanzia e minori; minori e adulti sottoposti a provvedimenti di autorità giudiziaria ed ex detenuti; immigrazione)».
«È urgente – conclude la nota – sciogliere ogni ambiguità e assicurare certezze, perché gran parte dei territori regionali sono in fibrillazione e sono già arrivati o stanno arrivando le comunicazioni dei Comuni volte alla riduzione dei servizi. Interventi rivolti a persone con disabilità, anziani non autosufficienti, minori e nuclei familiari in situazione di povertà». (S.B.)
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