«I fondi erogati dalla Regione Toscana per la vita indipendente delle persone con disabilità sono spaventosamente insufficienti. Tanto che, nella realtà vera della vita, molti disabili sono esclusi da questi finanziamenti e vivono peggio che essere reclusi. E questo mentre invece i soldi per costosi istituti si trovano sempre. Perciò i finanziamenti devono essere adeguati alle necessità»: lo si legge in una nota diffusa da alcune organizzazioni della Toscana – AVI (Associazione Vita Indipendente), ATP (Associazione Toscana Paraplegici), Associazione Paraplegici Aretini, Associazione Vita Indipendente Bassa Val di Cecina e Centro Studi e Documentazione sull’Handicap di Pistoia – per spiegare le ragioni della protesta attuata proprio in queste ore davanti alla sede della Presidenza della Regione in Piazza Duomo a Firenze, che prevede anche l’attuazione di uno sciopero della fame.
«Inoltre – scrivono ancora le Associazioni promotrici dell’iniziative – la Regione Toscana toglie attualmente ai disabili gravi i finanziamenti per la vita indipendente quando compiono i 65 anni. Non possiamo accettarlo! Soddisfare i propri bisogni e necessità, continuare a coltivare le proprie passioni e interessi, continuare a vivere, sono diritti inviolabili anche dopo i 65 anni. Togliendoci gli assistenti personali, la Regione Toscana ci condanna alla reclusione in istituto e a finire precocemente i nostri giorni».
A tal proposito vengono citati sia l’articolo 2 della Costituzione Italiana, ove si stabilisce «che prima vengono i diritti inviolabili delle persone (ed è certamente un diritto inviolabile evitare la morte prematura) e solo dopo vengono le esigenze contabili e di bilancio della Pubblica Amministrazione», sia l’articolo 4 dello Statuto della Regione Toscana, secondo il quale «la vita indipendente è una priorità da garantire anche quando i disabili diventano anziani».
«Attualmente – spiegano ancora le Associazioni – alle persone con disabilità grave la Regione eroga i finanziamenti per la vita indipendente soltanto se vengono consegnate tutte le ricevute. E tuttavia, per poter accedere ai finanziamenti per la vita indipendente, una persona con grave disabilità deve passare l’esame addirittura di ben due commissioni socio-sanitarie, quella stabilita dalla Legge 104/92 e quella di Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM). Ambedue devono accertare che una persona con disabilità non può vivere senza assistenza personale. Quindi queste persone o spendono i soldi erogati per l’assistenza personale oppure non vivono ed è perciò una vessazione stabilire che debbano produrre una ricevuta, tanto più se si considera che si tratta di persone che spesso hanno enormi difficoltà nell’uso delle mani, nella vista e nel parlare».
Tra le ulteriori ragioni della dura protesta, infine, «l’applicazione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) a questi servizi», ma anche il fatto che «la Regione abbia deciso di escludere – senza consultare l’AVI Toscana – la vita indipendente dalle cose da finanziare con il Fondo Sociale Europeo, nonostante l’Unione Europea abbia ribadito il contrario e nonostante il fatto che la priorità della vita indipendente venga sancita, oltre che dal citato articolo 4 dello Statuto Regionale, anche dalla Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità, che dal 2009 è la Legge 18/09 dello Stato Italiano». (S.B.)
Ringraziamo per la segnalazione Marina Voudouri.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: avitoscana@avitoscana.org.