«Chi come la nostra Federazione si occupa di disabilità non può che essere sensibile ad interventi come questi, ben sapendo che la stessa disabilità è uno dei primi determinanti della povertà, dell’impoverimento e dell’esclusione sociale. Poniamo quindi la massima attenzione a queste misure, anche se i contorni non sono ancora ben definiti».
A dichiararlo in una nota è Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a proposito degli interventi mirati alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale, previsti dal Disegno di Legge di Stabilità per il 2016, con la futura costituzione di uno specifico Fondo e l’elaborazione di un Piano che progressivamente garantisca Livelli Essenziali di Assistenza, al momento, per altro, non definiti.
Lo stesso Disegno di Legge, infatti, impone successivi provvedimenti legislativi «di riordino della normativa in materia di trattamenti, indennità, integrazioni di reddito e assegni di natura assistenziale o comunque sottoposti alla prova dei mezzi, anche rivolti a beneficiari residenti all’estero, nonché in materia di accesso alle prestazioni sociali, finalizzati all’introduzione di un’unica misura nazionale di contrasto alla povertà e alla razionalizzazione degli strumenti e dei trattamenti esistenti».
«Anche se in Legge di Stabilità gli intenti sono molto generici e non vi è un’espressa delega al Governo a legiferare – commenta dunque Falabella – ci è noto che lo stesso Governo, su tali temi, presenterà un collegato recante specifiche deleghe, per regolamentare ciò che la Legge di Stabilità stessa delinea, ovvero una riforma complessiva delle provvidenze assistenziali».
È tuttavia proprio da questo passaggio che derivano alcuni timori della FISH. «Le nostre aspettative – sottolinea infatti Falabella – sono rivolte a ulteriori sostegni all’inclusione sociale delle persone con disabilità e al contrasto al loro impoverimento. Al contrario temiamo che questa istanza sia agli antipodi rispetto a quanto potrebbe accadere e cioè che si colga l’occasione per trasferire parte delle provvidenze attualmente erogate per l’invalidità alle misure per la povertà. Oppure che nulla si preveda per chi si trova in stato di indigenza, che già percepisca indennità di accompagnamento o una pensione di invalidità civile. Si perderebbe così l’occasione di ripensare in modo equo l’attuale sistema di welfare e di protezione sociale».
«Prima dunque che si diffondano informazioni distorte – conclude il Presidente della FISH – o, peggio, che si concretizzino i timori palesati, chiediamo una netta precisazione al Governo e il coinvolgimento già in questa fase di elaborazione di norme di estremo rilievo per milioni di italiani». (S.B.)
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