Come procede il progressivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) – cinque sono quelli ancora sopravvissuti, ovvero Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Aversa (Caserta), Napoli, Montelupo Fiorentino (Firenze) e Reggio Emilia – a oltre sette mesi dalla data fissata dalla Legge 81/14 (il 31 marzo di quest’anno)?
A riferirne è il Comitato Stop OPG – organismo che conduce ormai da anni una dura battaglia in questo settore – dopo un recente incontro con il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, presidente dell’Organismo di Coordinamento del Processo di Superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
«Oltre ad apprezzare l’azione del Sottosegretario e la disponibilità al confronto – si legge in una nota diffusa dal Comitato – abbiamo sollecitato innanzitutto l’immediata nomina da parte del Governo di un Commissario nelle Regioni inadempienti (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto), il quale proceda per il trasferimento nei territori di appartenenza degli internati ancora negli OPG, così da chiuderli in via definitiva. Bisogna inoltre, come chiediamo da sempre, che il Commissario stesso agisca soprattutto per garantire che le misure alternative alla detenzione siano la norma e non l’eccezione, in piena attuazione della Legge 81/14, ciò che sarà possibile solo rinforzando i servizi sociosanitari nel territorio, a partire dai Dipartimenti di Salute Mentale. Riteniamo infatti preoccupante il fatto che nelle REMS, le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, che dovrebbero essere invece l’eccezione e non la norma, compresa quella di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, ove ci si è limitati a cambiare la targa del precedente OPG, siano state internate ben 164 persone provenienti dalla libertà».
Sempre sulla stessa linea, quindi, il Comitato OPG ha chiesto «che il Ministero della Salute attivi il monitoraggio sui Progetti Terapeutico Riabilitativo Individuali (PTRI) e svolga funzioni di garanzia circa il loro svolgimento: la Legge 81/14, infatti, prevede che essi siano inviati alla Magistratura e al Ministero stesso entro 45 giorni dall’ingresso nelle REMS e prevede anche che i PTRI siano esplicitamente finalizzati a soluzioni diverse dalle REMS. Serve dunque anche l’approvazione di un atto che impedisca – o renda appunto eccezionale – l’invio della misura di sicurezza provvisoria nelle REMS, ove stanno aumentando le presenze, quando dovrebbero essere del tutto residuali. Per questo è necessario attivare un monitoraggio per conoscere quante siano le persone destinatarie di una misura di sicurezza diversa dall’internamento in REMS e ciò per verificare se la misura alternativa è effettivamente la norma e non l’eccezione, per garantire la cura e la riabilitazione delle persone, come prescritto dalla norma. Un analogo monitoraggio, inoltre, dovrà riguardare le persone dimesse per il raggiungimento dei termini massimi di internamento (anche nelle REMS), per evitare proroghe della misura di sicurezza detentiva».
E ancora, tra le ulteriori richieste del Comitato al sottosegretario De Filippo, vi è stata quella «di esplicitare alle Regioni che è vigente la facoltà, contenuta nella Legge 81/14, di riconvertire le risorse e i progetti di attivazione delle REMS, a favore dei Dipartimenti di Salute Mentale nel territorio».
Dal punto di vista, infine, degli obblighi istituzionali, è stata chiesta «la presentazione di una Relazione Trimestrale al Parlamento sul superamento degli OPG e di organizzare un appuntamento istituzionale su tale processo». (S.B.)
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