Come prima cosa ci vuole la pace!

«Se non siamo capaci di imporre la pace, tutto continuerà così e si aggraverà in maniera permanente»: lo ha dichiarato l’intellettuale francese Edgar Morin a Rimini, in apertura del 10° Convegno Internazionale “La Qualità dell'integrazione scolastica e sociale”, soffermandosi poi sull’importante missione riservata in tal senso anche all’insegnamento e all’educazione. Ed è con le parole di Morin che abbiamo scelto di aprire questa settimana, a qualche giorno dai terribili fatti di Parigi
Edgar Morin
Edgar Morin è stato tra gli ospiti d’onore del 10° Convegno Internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” di Rimini

«Il terrorismo si sviluppa come un fuoco a partire dal Medio Oriente e il fuoco è come un cancro che fa metastasi sul pianeta. Viviamo nel luogo del cancro e abbiamo il compito di imporre la pace a tutti i componenti di questa guerra civile e internazionale, per isolare il fanatismo dell’ISIS e del Califfato»: con queste parole l’intellettuale francese Edgar Morin è intervenuto all’indomani degli attentati di Parigi al 10° Convegno Internazionale La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale, organizzato a Rimini dal Centro Studi Erickson [se ne legga la presentazione nel nostro giornale, N.d.R.].
«Se non siamo capaci di imporre la pace – ha aggiunto il filosofo – tutto continuerà così e si aggraverà in maniera permanente. È un peccato che la Francia, che non ha il ruolo di fare la riconciliazione tra le diverse forze per imporre la pace, rivendichi l’eliminazione di Bashar Al Assad [il presidente della Siria, N.d.R.], con la morte e la sofferenza di tante persone. Come prima cosa ci vuole la pace. Bisogna fermare il massacro».

Davanti a una platea composta da circa cinquemila insegnanti arrivati da tutta Italia, Morin ha sottolineato come l’insegnamento e l’educazione abbiano un ruolo decisivo per creare una società integrata. «Nell’insegnamento – ha affermato – bisognerebbe introdurre la conoscenza delle religioni, non della religione. Si deve insegnare la diversità delle religioni, perché, per favorire l’integrazione, è fondamentale insegnare che la multiculturalità fa parte della nostra storia. Mostrare, ad esempio, che l’Italia è una nazione multiculturale, fatta da popoli diversi: siciliani, piemontesi, trentini. Tutti questi popoli si sono integrati dopo l’unità italiana, ma non ancora totalmente. L’Italia, così come la Francia e la Spagna, non ha una razza unica. È frutto dell’integrazione di popoli originariamente totalmente diversi».

L’intervento del grande pensatore francese, classe 1921, si è ovviamente concentrato sul terrorismo, alla luce degli attacchi avvenuti a Parigi. «Il terrorismo è un’idea pazza, un’ideologia, un’allucinazione, una follia. Le Brigate Rosse, le Brigate Nere erano guidate da un’allucinazione. Ho conosciuto persone delle Brigate Rosse che quando hanno capito che era una follia si sono trasformate. Dopo il terrorismo può tornare la coscienza». «Non sono nati terroristi – ha detto – così come non lo sono nati i terroristi islamici. Sentono di dover fare un “servizio in nome di Dio” e bisogna iniziare a far capire loro che è una follia. Dobbiamo aiutare questa gente affinché prevalga la coscienza e questa è anche una missione dell’insegnamento, dell’educazione».

«La pace – ha concluso Morin – dev’essere l’obiettivo comune. Dobbiamo costruire la pace in Medio Oriente per far nascere una confederazione dove ci sia libertà religiosa. Se abbiamo questa finalità, allora sarà possibile creare una coalizione internazionale che imponga la pace, togliendo alla fonte la forza del terrorismo e dell’orrore che stiamo vivendo. La pace è una missione vitale per tutta l’umanità». (A.F.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@erickson.it (Anna Fogarolo).

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