Riuscire a comunicare con gli altri è un requisito fondamentale per crescere e sviluppare relazioni soddisfacenti con chi vive intorno a noi. Talvolta, però, a causa di patologie disabilitanti, non è così facile riuscire a esprimersi ed entrare in contatto diretto con le altre persone.
Per rispondere a questi bisogni comunicativi complessi, che stanno avendo sempre più peso all’interno delle comunità locali, la Cooperativa Sociale GSH di Cles (Trento) ha messo a punto alcune soluzioni tecniche ed educative, per favorire la comunicazione a chi vive specifiche difficoltà, come ad esempio nel caso dell’autismo e delle disabilità cognitive/comunicative.
Si tratta di strumenti già sperimentati nel Centro Socio Educativo Il Melograno, creato a Cunevo (Trento) dalla Cooperativa stessa, che consentono di semplificare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà ad usare più canali comunicativi. Tecnicamente definiti come Comunicazione Aumentativa e Alternativa, non si limitano a proporre nuove modalità comunicative, ma, analizzando le competenze, individuano strategie per favorirne la comunicazione attraverso strumenti alternativi e tecnologia avanzata.
Per approfondire il tema e presentare le novità sperimentate in questo settore, GSH propone per il 20 e 21 novembre, presso la Sala del Municipio di Cunevo, il seminario intitolato Le giornate di Cunevo: Linguaggi per crescere, iniziativa rivolta in particolare a insegnanti, educatori, familiari, specialisti e a quanti siano interessati ad acquisire strumenti pratici e strategie generali per aiutare a comunicare chi ha difficoltà a farlo.
«La due giorni in programma a Cunevo – spiega Paolo Damianis, coordinatore psicopedagogico dei servizi di GSH – sarà dedicata a insegnanti, educatori, assistenti sociali e naturalmente alle famiglie che, al proprio interno, vivono situazioni di difficoltà. L’obiettivo è quello di fare acquisir loro strumenti importanti per migliorare il confronto con persone che hanno difficoltà comunicative».
In particolare, durante il seminario, verranno presentati due sistemi utili a dare supporto alla comunicazione narrativa, per raccontare e raccontarsi, vale a dire le Scatole narrative e gli Inbook.
Le prime rappresentano letteralmente “un altro modo di leggere il libro”, un modo alternativo che attira l’attenzione di tutti, grandi e piccoli, utili anche là dove ci siano difficoltà di attenzione e comprensione nella lettura.
Nelle scatole narrative – scatole appositamente costruite per rappresentare una storia – si muovono personaggi oppure oggetti non troppo definiti, che lasciano spazio all’immaginazione e consentono di raccontare, incuriosire e stimolare l’interesse alla lettura. È uno strumento interattivo che aiuta anche nello sviluppo del linguaggio e nell’esposizione.
Il secondo strumento di cui si parlerà a Cunevo saranno, come detto, gli Inbook, libri illustrati con testo integralmente in simboli, secondo l’approccio del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa e Alternativa del Policlinico di Milano.
Si tratta di un dispositivo pensato appositamente per chi ha bisogni comunicativi complessi perché consente una modalità di lettura diversa da quella convenzionale. Le caratteristiche delle storie, la presenza dei simboli e l’indicazione che ne viene fatta nel corso della lettura (modeling), sono elementi che sostengono l’attenzione condivisa e rendono più agevole seguire il racconto. Possono essere letti in autonomia, oppure ascoltati con la lettura ad alta voce, esperienza fondamentale per lo sviluppo emozionale, linguistico e cognitivo. Gli Inbook diventano così patrimonio di tutti gli utenti, non solo di quelli con disabilità della comunicazione, in quanto promuovono una cultura dell’inclusione: il libro in simboli, infatti, non è uno strumento che connota la disabilità, ma un’opportunità che potenzia le possibilità d’accesso a tutti.
«Nell’Italia centrale e settentrionale – sottolinea Verena Russo, educatrice del Centro Socio Educativo Il Melograno – all’interno di quattordici biblioteche sono presenti sezioni dedicate ai libri InBook. In Trentino è previsto il coinvolgimento di quattro biblioteche della Val di Non, che apriranno sezioni dedicate ai libri in simboli. In questi libri le immagini non appoggiano la narrazione, ma sono la narrazione stessa».
«Ci auguriamo – dichiara Michele Covi, presidente di GSH – di poter condividere l’utilizzo di questi strumenti avanzati di comunicazione con il maggior numero di persone, perché abbiamo potuto vederne e apprezzarne l’efficacia nel lavoro che ogni giorno svolgiamo insieme a diverse persone di ogni età con bisogni comunicativi speciali, che in questo modo riescono a ricevere ascolto e a comprendere gli altri e il mondo in cui vivono».
«Siamo orgogliosi – aggiunge dal canto suo Carlo Dellasega, direttore generale della Cooperazione Trentina – di questa iniziativa a favore dei più deboli, di chi spesso viene lasciato indietro. Uno strumento innovativo di inclusione, che ci fa pensare, come è emerso dai risultati di una ricerca, che la felicità di una comunità dipenda anche dal welfare che essa esprime». (S.P. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Servizio Stampa e Comunicazione di Cooperazione Trentina (Sara Perugini), sara.perugini@ftcoop.it.
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