Alla fine, dunque, l’atteso provvedimento della Giunta Regionale marchigiana, sul finanziamento degli interventi sociali per il 2015 è arrivato, tramite la Delibera n. 963 approvata il 9 novembre scorso. Ma come viene giudicato tale provvedimento dalle tante organizzazioni delle Marche che compongono la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), battutesi a lungo, come abbiamo riferito di volta in volta, per il ripristino del Fondo Sociale Regionale?
«Questa Delibera – si legge a tal proposito in una nota prodotta dalle stesse organizzazioni -, con la quale si finanziano interventi sociali dei Comuni per l’anno 2015, permette per alcune aree di intervento (in particolare disabilità e minori fuori famiglia) di non tagliare servizi comunali e dunque di mantenere i servizi (ed è una buona notizia), ma conferma l’azzeramento sostanziale del Fondo Sociale Regionale (ed è una cattiva notizia). Le risorse che arriveranno ai Comuni per gli interventi sociali 2015, infatti, non deriveranno dal rifinanziamento del Fondo Sociale Regionale, ma dall’utilizzo di fondi nazionali e fondi sanitari regionali, nel primo caso anche per effetto di “trascinamento” (utilizzo fondi nazionali 2014), nel secondo per scelta regionale di utilizzare fondi sanitari per interventi sociali (assistenza scolastica, inserimento lavorativo ecc.). È evidente, tuttavia, che questa situazione può sanare per un anno l’azzeramento dei circa 30 milioni di fondi regionali, ma non può essere sostenibile oltre».
«Va ricordato inoltre – prosegue la nota – che rimangono senza finanziamento regionale nel 2015 gli interventi riguardanti le aree della povertà, dell’immigrazione, degli ex detenuti, di minori e adulti sottoposti a provvedimenti di autorità giudiziaria, oltre ad avere un drastico ridimensionamento di quelli a favore della famiglia – asili nido compresi – per complessivi diversi milioni di euro. E viene meno anche il finanziamento (pure qui per milioni di euro), a sostegno della gestione degli Ambiti Territoriali. Per compensazione si prevede qui un “Fondo di Riequilibrio” di 7 milioni per i Comuni, attingendo da stanziamenti nazionali che sono però vincolati per la non autosufficienza. A ciò si aggiungono i problemi connessi alla mancata istituzione del “Fondo Solidarietà”, per sostenere gli utenti chiamati a sostenere spese aggiuntive, a partire dal 2015, per l’aumento delle rette in alcuni servizi sociosanitari diurni e residenziali».
«Va dunque contrastato con ogni mezzo – concludono le organizzazioni marchigiane – l’azzeramento del Fondo Sociale Regionale e soprattutto va respinta con forza l’idea che non possano esserci margini per la ricostituzione di un Fondo Sociale Regionale e che questo possa essere finanziabile solo con fondi nazionali, considerato poi che le risorse sanitarie devono essere destinate alla parte sanitaria dei servizi sociosanitari. In altri termini, l’azzeramento del Fondo Sociale Regionale non è una scelta ineluttabile, ricordando che in questo 2015 altre Regioni hanno agito diversamente. Insieme quindi a una rinnovata programmazione sociale, la ricostituzione di un Fondo Sociale Regionale rappresenta un’esigenza irrinunciabile a partire dal Bilancio per il 2016, per non riproporre nuovamente una situazione di emergenza. Si tratta di un responsabilità che Giunta e Consiglio Regionale debbono assumersi fin da subito». (S.B.)
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