Disabilità e cooperazione allo sviluppo: l’alleanza indispensabile

La necessità di rafforzare l’alleanza tra le Organizzazioni delle Persone con Disabilità, le Organizzazioni Non Governative e le Istituzioni, per promuovere l’inclusione della disabilità nei programmi di cooperazione: è stato questo l’ininterrotto filo conduttore del confronto internazionale sulle politiche e le esperienze relative alla disabilità, tenutosi nei giorni scorsi a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Immagine tratta dalla mostra “Diritti accessibili. La partecipazione delle persone con disabilità per uno sviluppo inclusivo”, curata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo)
Immagine tratta dalla mostra “Diritti accessibili. La partecipazione delle persone con disabilità per uno sviluppo inclusivo”, curata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo)

È stato un confronto ad alto livello sulle politiche e le esperienze relative alla disabilità, quello svoltosi durante la Conferenza Internazionale Includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo: esperienze di collaborazione tra governi, organizzazioni non governative e organizzazioni di persone con disabilità, tenutasi il 18 novembre a Roma alla Farnesina, presso la sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) (se ne legga anche, su queste pagine, la nostra ampia presentazione).
In particolare, al termine della discussione è emersa la necessità di rafforzare l’alleanza tra le Organizzazioni delle Persone con Disabilità, le Organizzazioni Non Governative e le Istituzioni, per promuovere l’inclusione della disabilità nei programmi di cooperazione. Basti pensare che è stimato in circa un miliardo, ovvero il 15% della popolazione mondiale, il numero delle persone che a diverso titolo e in momenti diversi della propria vita sono coinvolte in una forma di disabilità. Politiche, risorse, approcci, anche culturali, risultano ancora insufficienti per affrontare una tale realtà.

Introdotta da Giampaolo Cantini, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo presso il Ministero degli Esteri, già a suo tempo protagonista di un’intervista del nostro giornale, dedicata a questi temi, la Conferenza ha messo in parallelo gli orientamenti di Italia, Germania, Spagna, Finlandia e Unione Europea e le relative esperienze. Ne è emerso un ruolo d’avanguardia della Cooperazione Italiana, nel predisporre indirizzi di politica di cooperazione, con il varo dapprima delle Linee Guida, seguite dal Piano d’Azione del 2013 per l’inclusione delle persone con disabilità nelle politiche e nei progetti di cooperazione.
Nel corso dei lavori, inoltre, è stata presentata una sintesi della mappatura – di prossima pubblicazione – delle cinquantotto iniziative della Cooperazione Italiana nel periodo 2009-2014 dedicate al tema della disabilità, documento che è frutto della collaborazione tra il Ministero e la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo).

Dalle diverse esperienze attuate in campo internazionale, è apparsa evidente la necessità di un coinvolgimento sempre più stretto delle Organizzazioni delle Persone con Disabilità, le quali hanno rivendicato il proprio ruolo e protagonismo. Un approccio, questo, sintetizzato dallo slogan ormai adottato a livello internazionale, Nulla su di Noi, senza di Noi.
Attraverso le varie relazioni e il successivo dibattito, sono intervenute anche tutte le organizzazioni costitutive della RIDS, vale a dire l’EducAid, l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Quale portavoce della RIDS, Giampiero Griffo di DPI ha affiancato Giampaolo Cantini nei saluti iniziali; successivamente, ad aprire i lavori è stato Ivo Pazzagli di EducAid, che ha spiegato cosa intenda la RIDS per sviluppo inclusivo; dal canto suo, Francesca Ortali dell’AIFO ha illustrato l’inclusione della disabilità e l’importanza della comunità nei progetti di cooperazione, oltre a soffermarsi sull’evoluzione dell’approccio di intervento, da puramente sanitario a capace di considerare le persone con disabilità come titolari di esperienza e di pienezza dei diritti umani; infine, Vincenzo Falabella, presidente della FISH, ha ribadito l’importanza del lavoro collaborativo tra Istituzioni, Organizzazioni Non Governative e Organizzazioni di Persone con Disabilità.

“Filo rosso” dell’incontro è stata naturalmente la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, rispetto alla quale gli intervenuti hanno dovuto far registrare la distanza ancora presente tra i diritti affermati in quel fondamentale Trattato del 2006 e la realtà. Particolarmente forte, poi, risulta il ritardo in caso di emergenze, come le catastrofi naturali o le guerre. «Le persone con disabilità – ha sottolineato Griffo – appaiono come le più vulnerabili, semplicemente perché per le statistiche “non esistono».

Si guarda ora all’“orizzonte 2030”, quando si dovranno raggiungere i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite che, al contrario degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 2000-2015, includono la dimensione della disabilità. Durante tale percorso si potranno valutare i progressi, anche se la Conferenza ha messo in luce proprio la mancanza di criteri condivisi per la loro misurazione.

Nel concludere i lavori, il direttore generale Cantini ha ricordato che tale evento si è inserito all’interno di un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione sui temi della disabilità, la cui realizzazione – con il sostegno del Ministero – è stata affidata alla RIDS. Sulla base dell’intenso lavoro di preparazione e sui risultati raggiunti, ha proposto di continuare lo scambio avviato attraverso una rete virtuale.

Da dire infine che l’incontro ha naturalmente garantito piena accessibilità e protagonismo alle persone con disabilità, affidando loro numerosi interventi e il coordinamento delle diverse sessioni. Particolarmente significativo, e gradito, è stato anche l’impeccabile servizio di catering durante la lunga giornata dei lavori, affidato alla Locanda dei Girasoli, esperienza romana consolidata ormai da anni, ma conosciuta e apprezzata in tutta Italia quale esempio di imprenditoria sociale, che consente ad alcuni giovani con sindrome di Down o autismo di misurarsi in un percorso di inserimento lavorativo. (V.P. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cooperarexincludere@gmail.com (Valentina Pescetti).

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