Questioni di inclusione: accesso ed empowerment per le persone di tutte le abilità: com’è ormai noto, è stato questo il tema scelto per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre di quest’anno, un focus importante, concentrato sulle pari opportunità e sull’empowerment [crescita dell’autoconsapevolezza, N.d.R.], con una serie di sottotemi di altrettanta importanza e stretta attualità, quali l’accessibilità delle città, la necessità di aumentare i dati e le statistiche sulla disabilità, oltreché di favorire l’inclusione delle persone con disabilità cosiddette “invisibili”.
Esistono infatti – e sono la maggioranza – persone che hanno disabilità “invisibili”, disabilità che la società fa fatica a riconoscere ed accettare. Queste persone – su cui gravitano ancora forti pregiudizi e stigma, come ad esempio il fatto che non abbiano nulla da comunicare o da dire, che non possano essere messe nelle condizioni di dire come la pensano e di fare le proprie scelte, che non possano partecipare attivamente e dare un contributo di valore alla vita della società – sono ancora troppo spesso emarginate e segregate e i loro familiari lasciati soli. In particolare le più penalizzate sono le mamme, costrette a vivere come se qualcuno le avesse condannate agli “arresti domiciliari” pur senza aver commesso alcun reato.
Tra le persone con disabilità “invisibili”, una gran parte è rappresentata da quelle con disabilità intellettiva e/o relazionale (malattie rare, disturbi dello spettro autistico, celebrolesioni, sindrome di Down, solo per citare alcune delle cause), alle quali, nonostante esistano numerose leggi che dovrebbero tutelarle, è di fatto precluso il diritto a non essere discriminate e ad essere pienamente incluse nella società in condizione di pari opportunità con tutti gli altri.
In altre parole, le persone con disabilità in particolare intellettiva e/o relazionale sono ancora viste come “pesi” e spesso come “cittadini di serie B” e come tali costrette a vivere.
In tale quadro, va ricordato sempre che i diritti sono tali solo se vengono resi esigibili e se le risorse allocate sono sufficienti ed efficaci. La partecipazione, l’empowerment e l’inclusione sociale – ovvero i temi che come si è detto sono stati al centro della Giornata Internazionale del 3 Dicembre – rappresentano appunto diritti fondamentali inviolabili e quindi si vorrebbero vedere più fatti e meno parole.
A tutte le persone con disabilità, cioè, dovrebbero essere forniti, attraverso il proprio Progetto di Vita, adeguati sostegni, atti a garantire la migliore qualità di vita possibile. Inoltre, la maggiore consapevolezza dei propri diritti e il poterli rivendicare ed esigere in prima persona rende concreto quel Nulla su di Noi senza di Noi, troppo spesso precluso a chi ha difficoltà ad autorappresentarsi.
Ecco perché l’ANFFAS, l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), impegnata da ben cinquantotto anni nell’affermare la dignità e i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, nonché nell’autogestione di servizi volti a garantir loro la migliore qualità di vita possibile, ha deciso di cogliere l’occasione del 3 Dicembre di quest’anno non solo come momento di celebrazione, ma anche per dare concreta attuazione al nuovo ambizioso progetto denominato Io Cittadino! Strumenti per la piena partecipazione, cittadinanza attiva e Self Advocacy delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
In tal modo l’Associazione intende dare avvio al Movimento di Autorappresentanza Italiano (Self-Advocacy), nel pieno rispetto di quanto contenuto nella Dichiarazione di Roma per la Promozione ed il Sostegno dell’Auto-Rappresentanza in Europa, prodotta nel maggio scorso, e di quanto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Il progetto verrà presentato ufficialmente il 10 dicembre a Roma, durante un incontro presso il Grand Hotel Palatino (Via Cavour, 213, ore 10) e avrà un ampio respiro internazionale: saranno infatti utilizzate competenze, metodologie ed esperienze maturate anche all’estero, nell’àmbito del movimento per la Self-Advocacy portato avanti dalle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale di tutto il mondo. Importante, a tal fine, sarà l’apporto che daranno ai loro pari italiani i numerosi Self-Advocates europei e i rappresentanti della stessa European Platform of Self-Advocates (EPSA), nel percorso di empowerment e consapevolezza e di diffusione di metodologie e saperi sul tema.
Nel dettaglio, Io Cittadino! si svilupperà partendo dalla costituzione di otto gruppi pilota sul territorio italiano (Nord, Centro e Sud Italia), composti da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale che, in prima persona e con gli adeguati supporti, potranno rivendicare ed esigere i loro diritti a partire, appunto, dal diritto all’autodeterminazione, all’autorappresentanza e alla cittadinanza attiva. Gli autorappresentanti avranno inoltre la possibilità di partecipare più attivamente anche alle attività associative dell’ANFFAS a livello locale, regionale e nazionale.
Questi gruppi pilota rappresenteranno il “proto-nucleo” per la successiva costituzione della prima Piattaforma Nazionale di Autorappresentanti Italiani, per poi confluire anche nella Piattaforma Europea EPSA.
In parallelo verranno ovviamente coinvolte, formate e sensibilizzate le famiglie, i leader associativi e gli operatori, così da garantire i necessari supporti e sostegni.
Il progetto, infine, prevede anche una campagna di sensibilizzazione rivolta all’intera comunità, realizzata con la diretta e piena partecipazione delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale.
«Già lo scorso anno – dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – sempre in occasione della Giornata Internazionale del 3 Dicembre, avevamo voluto ribadire il nostro impegno nel rendere pienamente esigibile il diritto delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale all’autodeterminazione e all’autorappresentanza, con pari diritti di partecipazione alla vita della comunità in tutti i suoi aspetti, ed Io Cittadino ne è oggi la prova concreta: occorre, infatti, squarciare il velo dell’invisibilità che spesso, come detto, accompagna la disabilità intellettiva e/o relazionale».
«La nostra speranza – aggiunge Speziale – è che questo progetto possa contribuire a far superare lo “stigma sociale” ancor oggi presente in larga parte dell’opinione pubblica, ma anche della sfera politico-istituzionale e burocratica. Le persone con disabilità non sono dei “pesi” da assistere o curare. Le stesse non devono essere lasciate ai margini della società, né diventare oggetto di pietismo. Le persone con disabilità devono essere finalmente considerate per ciò che sono e che hanno diritto di essere, ossia persone e cittadini come tutti, con pari diritti e pari dignità» (R.S.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net (Roberta Speziale).