Una nuova presentazione di Dove sono i forti, dove sono i deboli. I servizi sociosanitari nelle Marche, pubblicazione del Gruppo Solidarietà curata da Fabio Ragaini, è in programma per oggi, lunedì 14 dicembre, presso la Biblioteca Diocesana Petrucci di Jesi (Ancona) (ore 17.45).
Il volume riprende il filo di Trasparenza e diritti. Soggetti deboli, politiche e servizi nelle Marche, pubblicato nel 2014, e documenta il percorso di quasi due anni di lavoro dello stesso Gruppo Solidarietà all’interno della Campagna Regionale Marchigiana Trasparenza e diritti, lanciata nel giugno del 2012 da decine e decine di Associazioni, Cooperative e anche Enti Locali delle Marche, per chiedere alla Regione interventi normativi e programmatori concernenti i servizi sociosanitari rivolti a persone con grave disabilità e con patologie croniche, a persone non autosufficienti, con demenza e a malati psichiatrici.
«In questo nuovo testo – spiega Ragaini – viene presentato il lavoro comune di tante organizzazioni che si sono trovate unite nel rifiutare il “modello assistenziale” proposto negli ultimi anni dalla Regione Marche, nel quale alla centralità della persona si sostituisce quella della struttura e nel quale la cosiddetta “sostenibilità” diventa incompatibile con “inclusività”. Un modello, quindi, agli antipodi di quello comunitario al quale tante organizzazioni ispirano il loro lavoro».
«I capitoli di questo libro – ha scritto nella Prefazione don Giacomo Panizza – evidenziano il valore del lavoro sociale con le persone prive di autonomie parziali o totali e, nell’insieme, mostrano che nella Regione Marche i diritti sociali vengono tutelati e promossi “dal basso” da sensibili e tenaci gruppi sociali più che dalle istituzioni. Il libro stesso si preoccupa dell’involuzione di politiche sociali dedite a declassare i diritti di cittadinanza a un numero sempre più alto di persone deboli, e del paradosso che questo disegno si sta attuando attraverso servizi spacciati per “sociali”. Queste falsificazioni raccontano di un sistema di welfare che genera nessun benessere sociale perché è orientato a debilitare piuttosto che a socializzare coloro che vivono problemi e disagi individuali e collettivi. La metafora esemplare risalta nello slogan di un cartello “da battaglia” addossato al muro da uno dei gruppi promotori della campagna Trasperenza e diritti, “Non vogliamo una struttura, ma una comunità”».
Di Dove sono i forti, dove sono i deboli, Fabio Ragaini discuterà a Jesi con Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio Regionale delle Marche e con Sergio Mosconi, presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda Servizi alla Persona, Ambito 9. Coordinerà l’incontro Samuele Animali dell’Associazione Antigone Marche. (S.B.)
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