Nella puntata del programma di Raitre Io & George* del 18 dicembre scorso, girata a Napoli, si è vista in lungo e in largo, in tutta la sua bellezza, la nuova metropolitana della città partenopea. A ragione, Simonetta [Agnello Hornby, N.d.R.] naso in su, ha commentato a un certo punto: «Siamo in un museo”!».
Bellissima, veramente. Peccato che, in tanta meraviglia, al momento di salire sul vagone della metro, a pavimento ribassato e apparentemente a portata di carrozzina, sia saltato fuori un “baco” nella fruibilità. Pavimento ribassato sì, ma non a livello del marciapiede della fermata: un “saltino” insignificante per chi si muove a piedi, ma qualche centimetro in grado di fermare una persona in carrozzina che si muova da sola per salire/scendere dalla metro. E difatti George ha dovuto ricorrere all’aiuto d’altri.
Un errore “piccolo” quanto inspiegabile, se paragonato alla dimensione generale dell’investimento fatto e dell’intervento eseguito: davvero notevoli, e pure di grandissima qualità… Ha ragione George, che nel filmato commenta: «È che di questo aspetto “ non si sono curati”». Vero. Appunto.
Non è l’unico caso, ovviamente. Altre opere faraoniche, nuove, con il loro bravo baco inspiegabile, ce ne sono disseminate qua e là in Italia. A dimostrazione del fatto che qui da noi, quando si parla di “disabile, si pensa ancora e soprattutto al disabile comunque accompagnato e non al disabile che si possa muovere sa solo. E invece c’è una bella differenza, quella che passa tra l’assistenza a e l’autonomia da.
*“Io & George” è un programma televisivo “on the road” nel quale i protagonisti – la scrittrice Simonetta Agnello Hornby e il figlio George, persona con disabilità in carrozzina, affetta da scelrosi multipla – vengono raccontati attraverso un viaggio.
Autore del libro “Il viaggio indesiderato. Quando la malattia entra in casa” (Cantalupa, Torino, Effetà Editrice, 2014).
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