«La valigia vuota – avevano dichiarato a suo tempo i responsabili dell’Associazione milanese L’abilità – è il simbolo del viaggio nelle difficoltà quotidiane dei genitori di persone con disabilità, un viaggio verso qualcosa di ignoto, a cui non si è preparati. Un viaggio quotidiano fatto di sogni, di speranze, di bisogni, spesso senza i necessari strumenti». Ed erano state proprio cinquanta valigie vuote, quelle simbolicamente consegnate nel settembre del 2013 ai genitori partecipanti al progetto dell’Associazione L’abilità, denominato appunto In viaggio senza valigie, iniziativa cofinanziata dal Comune di Milano, voluta allo scopo «di riempire quelle valigie di competenze, forza e capacità, per affrontare le tante difficoltà che si presentano giorno dopo giorno».
Ebbene, oggi, 21 dicembre, al Museo Diocesano di Milano, si inaugura la mostra intitolata Maternage. Tracce di un viaggio (aperta al pubblico dal 22 dicembre al 7 febbraio 2016), che prende spunto proprio dall’esperienza di In viaggio senza valigie. Il contenuto di quelle stesse valigie, infatti, è stato affidato all’artista Laura Morelli, che lo ho trasformato in un’installazione d’arte, per dare ai visitatori l’opportunità di entrare nel “guscio” delle famiglie coinvolte, capirne le emozioni e le esperienze.
«Il percorso della mostra – spiega Anna Tipaldi per l’Associazione L’abilità – si snoda attraverso otto stanze, nelle quali il pubblico entra in contatto con la sfera intima della famiglia di un bambino con disabilità e con il progetto In viaggio senza valigie. Questo incontro avviene attraverso esperienze sensoriali, ispirate dagli oggetti emersi dai racconti dei genitori. Le prime stanze racchiudono immagini, odori, suoni che raccontano emozioni, vissuti, e sogni di padri, madri e fratelli di bambini con disabilità. Le ultime stanze descrivono invece il nostro progetto e la genesi della mostra, dando allo spettatore la possibilità di esprimere quali siano le “valigie” indispensabili per il proprio viaggio esistenziale».
«Affinché la mostra si trasformi poi in un’esperienza con un forte impatto socioculturale – aggiunge Tipaldi -, sono stati pensati una serie di incontri che completeranno l’esperienza delle istallazioni della mostra. Si tratterà in particolare di seminari che toccheranno diversi àmbiti (educazione, fotografia, cinema, istruzione, arti figurative) e che avranno come protagonisti pedagogisti, psicologi, artisti, antropologi, i quali che testimonieranno le loro visioni sul mondo della disabilità e della diversità e anche di workshop gratuiti e laboratori dedicati ai bambini».
Nata nel 1998 a Milano, per iniziativa di un gruppo di genitori di bambini con disabilità e di operatori, L’abilità lavora per definire e gestire servizi innovativi e progetti che abbiano al centro il bambino con disabilità, il suo benessere e la sua famiglia, promuovendo al tempo stesso una nuova cultura della disabilità. In particolare, collaborando in rete con i servizi sociosanitari, la scuola e le realtà del privato sociale, l’Associazione opera nelle aree del gioco, dell’educazione, della scuola, della famiglia, dell’accoglienza e della residenzialità.
Per quanto riguarda infine Laura Morelli, che è anche presidente dell’Associazione Culturale DI+, la sua ricerca artistica e relazionale inizia con la costruzione di macchine il cui apice è Survivor, una sedia robotica che cammina (2003) sui sopravvissuti alle mine antipersona. Da allora l’interesse per i meccanismi relazionali si è combinato con il sociale e Morelli è passa al coinvolgimento diretto e attivo di gruppi di persone che vivono particolari condizioni sociali, valorizzandone i linguaggi marginali e le istanze sociali. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Anna Tipaldi (annatipaldi@labilita.org).