Proprio in questi giorni, denunciando la “scomparsa” di servizi fondamentali come la farmacia territoriale dell’Ospedale Maggiore di Modica (Ragusa) – ciò su cui torneremo in seguito – la Sezione locale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) aveva voluto sottolineare in una nota le azioni dell’ASP 7 (Azienda Sanitaria Provinciale) di Ragusa, «alla spasmodica ricerca di un risparmio che non solo è tutto da dimostrare, ma che non riesce a vedere dietro ai numeri le persone e i bisogni».
Parole che ci sono tornate alla mente, apprendendo quanto accade all’Istituto Galileo Ferraris di Ragusa, dove un giovane con disabilità, affetto da una grave malformazione congenita della colonna vertebrale e del midollo spinale, quale la spina bifida, non autonomo, deambulante in carrozzina e con la necessità di effettuare il cateterismo vescicale intermittente per cinque volte al giorno, di cui una durante la ricreazione dell’orario scolastico, si trova suo malgrado coinvolto in una vicenda ove non ne vengono rispettati i diritti, «sanciti e tutelati dalla Costituzione Italiana, dalla Legge 104/92, dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità», come denunciato dalla FINCOPP, la Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
In sostanza, come si legge nella nota prodotta dalla Federazione presieduta da Francesco Diomede, il giovane necessiterebbe a scuola di un infermiere competente, che effettuasse durante la ricreazione il cateterismo vescicale intermittente, come più volte richiesto all’ASP di Ragusa, secondo la quale si potrebbe invece procedere a operazioni quali il “cateterismo a sacca” o l’“autocateterismo”, «la prima delle quali – viene sottolineato dalla FINCOPP – avrebbe letteralmente effetti devastanti sulla persona, mentre la seconda, nelle condizioni fisiche di un giovane privo di stabilità ed equilibrio, sarebbe impossibile da eseguirsi», il tutto testato da fior di specialisti, chiamati a produrre relazioni e consulenze.
In un “balletto”, quindi, di ricorsi e sentenze, alla fine il Tribunale di Ragusa ha deciso di confermare una sua precedente ordinanza, che aveva previsto il “cateterismo a sacca” durante l’orario scolastico, «in netto contrasto – secondo la FINCOPP – con la logica e la coerenza».
Il legale che tutela la famiglia del giovane ha per altro già predisposto un nuovo ricorso, anche se, come viene sottolineato dalla FINCOPP, «la Giustizia non si ferma a Ragusa e la nostra Associazione non intende assolutamente abbandonare il giovane e i suoi familiari, che sono determinati a tutelare un diritto legittimo del proprio figlio sino in Cassazione o alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, chiedendo anche l’intervento del Capo dello Stato, in qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura».
E torniamo così alla denuncia iniziale dell’ANFFAS di Modica, riguardante la chiusura della farmacia territoriale dell’Ospedale Maggiore, decisione dalle pesanti conseguenze, se è vero, come sottolineano dall’Associazione, «che non tutte le famiglie dispongono dell’assistenza infermieristica per il tempo necessario a lasciare al sicuro i propri figli con disabilità gravissima durante il viaggio a Ragusa – per alcune non così breve -, così come non è affatto scontato che a Ragusa siano sempre disponibili presìdi indispensabili, quali i sondini per l’aspirazione, i bottoni per la PEG [gastrostomia endoscopica percutanea, ovvero il sondino per l’alimentazione dall’esterno, N.d.R.] e i prodotti per l’alimentazione». Cosicché è già accaduto che un malato di SLA (sclerosi laterale amiotrofica) «sia rimasto senza il materiale di consumo fondamentale per la sua salute, nonostante i suoi figli abbiano trascorso diverse ore in fila presso lo sportello dalla farmacia dell’Ospedale di Ragusa e con lui tanti altri».
Nello specifico si punta il dito contro l’accentramento dei servizi, ritenendo che «non sempre esso sia una scelta vincente né in termini di efficienza né di risparmio», ma in generale ciò che ancor più preoccupa è che «a rendere ulteriormente pesante la condizione delle persone con disabilità gravissima e delle loro famiglie, si preannuncia la prossima sospensione di molti servizi derivanti dalla Legge 328/00 (Piani di Zona), a causa dell’esaurimento dei fondi regionali».
A questo punto non possiamo che far nostro il triste quesito conclusivo proposto dall’ANFFAS di Modica. «Quale sarà il prossimo servizio di cui i cittadini con disabilità (sempre in nome del risparmio, sia chiaro) verranno privati?».
In linea con la FINCOPP e con la sua battaglia in favore del giovane studente con disabilità dell’Istituto Ferraris di Ragusa, confidiamo che qualche Corte – nazionale o internazionale – ristabilisca il diritto e i diritti. (S.B.)
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