«Se questo accade nella città metropolitana più europea che abbiamo, figurarsi altrove! Confesso che sono rimasto molto scosso dalle immagini e dalla vicenda documentata dal “Fatto Quotidiano”, perché mai avrei immaginato che una categoria che dovrebbe avere l’ospitalità come stella polare del proprio lavoro si potesse macchiare di violazioni così palesi e grossolane al diritto soggettivo dell’utenza più debole. Basterebbe il buon senso per capire che le resistenze ad accogliere i cani guida sono l’antitesi del ruolo e del mestiere dell’albergatore».
Con tale durezza Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi, aveva commentato nel dicembre scorso – come avevamo riferito anche nel nostro giornale – il videoservizio promosso da Simona Zanella dell’Associazione Blindsight Project e diffuso nel sito del «Fatto Quotidiano», che aveva documentato il comportamento di rifiuto assunto da numerosi albergatori di Milano, di fronte al cane guida di una persona con disabilità visiva. Un documento che aveva lasciato il segno, portando anche alle prese di posizione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – che aveva chiesto sulla questione un intervento al ministro competente Dario Franceschini – e dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).
Ebbene, proprio a quelle dichiarazioni del Presidente di Confindustria Alberghi fa ora riferimento Gustavo Fraticelli, vicesegretario dell’Associazione Luca Coscioni, in una lettera inviata direttamente a Palmucci, che si apre così: «Tenuto conto della sua assertività circa l’obbligo delle strutture alberghiere di ospitare anche le persone con disabilità, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica – che da oltre un decennio si occupa della tutela delle persone con disabilità e in particolare delle problematiche inerenti la massiccia presenza di barriere architettoniche – con la presente evidenzia la presenza di barriere architettoniche in gran parte delle strutture alberghiere, che non consente alle persone con disabilità che si muovono con la sedia a rotelle di usufruirne, come pur prescritto dal Decreto Ministeriale n. 236/1989».
«Ad aggravare tale non fruibilità – aggiunge – vi è anche il grave fatto che molti alberghi, che pur si qualificano essere dotati di camere accessibili per persone con disabilità, interpretano tale accessibilità come solo un mero requisito spaziale dei locali, in aperta violazione delle normativa di cui sopra, che prescrive specificatamente per le stanze da bagno, oltre a tale requisito, la presenza di adeguati sanitari e di maniglioni di sostegno. Quindi tali strutture sono di fatto inaccessibili per il disabile in sedia a rotelle e oltretutto ingenerano un affidamento nell’idoneità della struttura alle proprie esigenze, che solo al momento dell’arrivo in albergo scopre essere non rispondente alle stesse e quindi inaccessibile».
La questione, come viene ricordato da Fraticelli, «è stata recentemente evidenziata nella videoinchiesta curata dalla struttura Fai Notizia della nostra Associazione e intitolata Barriere sante. Non è un Giubileo per persone disabili, dalla quale è emerso che solo il 14% delle strutture alberghiere di Roma affermano di avere camere accessibili, ma sono per lo più hotel da 4, 5 stelle».
«Da quanto sopra – prosegue il rappresentante dell’Associazione Coscioni – è di tutta evidenza che vi è una situazione che provoca un grave vulnus a un primario diritto soggettivo, quello alla mobilità, che genera intollerabili comportamenti nei confronti delle persone con disabilità che non possono accedere a gran parte delle strutture alberghiere, situazioni censurabili anche giuridicamente, in base alla Legge 67/2006, recante Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni, tutela giudiziaria di cui molti cittadini disabili discriminati si stanno sempre di più avvalendo, con esiti favorevoli, anche tramite la nostra Associazione».
«Ricordiamo infine – conclude Fraticelli – che il puntuale ed effettivo rispetto dell’obbligo di accessibilità da parte delle strutture alberghiere, oltre ad avere l’importante connotazione di rispetto della legalità propria di uno Stato di diritto, darebbe impulso all’importante comparto del turismo, attualmente fruito solo in maniera del tutto marginale da parte delle persone con disabilità sia domestica che proveniente da tutto il mondo. Alla luce quindi di quanto esposto, chiediamo un’immediata azione dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, affinché tutti gli alberghi aderenti in adempimento delle norme citate rendano accessibili le loro strutture alle persone con disabilità e vi sia un elenco pubblico delle strutture accessibili». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@associazionelucacoscioni.it.
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