Marco Piazza, che ha collaborato alla realizzazione dell’inchiesta sulla cosiddetta “guerra dei vaccini” andata in onda il 10 gennaio scorso nella trasmissione di Raitre Presadiretta, ha offerto su queste stesse pagine ulteriori riflessioni, mettendo in luce alcune gravi carenze delle strutture pubbliche: «La cattiva informazione – scrive – attecchisce dove c’è un terreno fertile e il terreno fertile, in questo caso, è rappresentato da un’organizzazione sanitaria che fa acqua da tutte le parti».
Spiega poi Piazza che generalmente le ASL non hanno un archivio informatico della popolazione vaccinata e da vaccinare. E denuncia la scarsissima attenzione, da parte delle stesse ASL, alla comunicazione alle famiglie della scadenza dei richiami: «Una ricerca della Fondazione Smith Kline ha dimostrato che basta un SMS o una mail per fare aumentare del 20% la percentuale dei vaccinati […]. E uno studio del 2008 dice che la causa più frequente del mancato vaccino è la scarsa o assente comunicazione. Visto poi che ormai tutti si informano – o si disinformano – via web, perché non organizzare un unico sito a livello nazionale, con tutte le controindicazioni e i casi avversi, vaccino per vaccino? E, una volta creato questo portale, perché non indicizzarlo e promuoverlo come si deve sui motori di ricerca? Oggi, come abbiamo detto a Presadiretta, se uno scrive la parola vaccini su Google, dopo la pagina di Wikipedia càpita nei siti degli “anti-vaccinisti”. Quello del Ministero è soltanto al settimo posto…».
L’accento posto da Marco Piazza sulla cattiva informazione è quella sfumatura che dà una luce diversa a tutta la questione, che evidentemente non si esaurisce nella contrapposizione tra “movimento anti-vaccinista” e Istituzioni. Perché chiamando pesantemente in causa ASL e Ministero, Piazza non solo individua una causa del calo vaccinale diversa dalla capacità persuasiva del “movimento anti-vaccinista”, ma rimette anche in gioco la grande responsabilità dello Stato, che in un momento storico in cui è necessario neutralizzare la pervasività delle idee “anti-vacciniste”, non può limitarsi alla mera somministrazione dei vaccini.
Non è interessante in questa sede entrare ancora una volta nel merito della tragica contrapposizione tra genitori a favore e genitori contro le vaccinazioni di massa. Perché l’animosità con cui si interviene a riguardo è odiosa e spesso puramente ideologica, oltreché fuorviante, soprattutto per i genitori dei bambini con disabilità che dovrebbero invece accostarsi alla vaccinazione senza pregiudizi.
Sarebbe interessante, invece, contare quanti siano i punti di contatto tra genitori semplicemente preoccupati per la salute dei propri figli, gli “anti-vaccinisti” ritenendo di tutelarla evitando le vaccinazioni ritenute dannose, gli altri, al contrario, vaccinandoli per preservarli da terribili malattie spesso invalidanti, a volte mortali.
Genitori uguali nell’amore e nella paura (che va sempre ascoltata, perché tutti, anche coloro che vaccinano, hanno paura) e che spesso sono vittime di professionisti senza scrupoli che su quei sentimenti fanno leva per il proprio personale vantaggio.
Con buona pace di una libertà di scelta seriamente informata e del valore sociale della salute pubblica.
Il presente testo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “La guerra dei vaccini, note a margine”. Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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