Si proietta a Brescia “Vite indegne”

Sarà infatti il documentario di Silvia Cutrera “Vite indegne: il piano ‘Aktion T4’ e lo sterminio dei disabili”, al centro dell’evento promosso per il pomeriggio di oggi, 1° febbraio, a Brescia, dall’Associazione Culturale For-Art (Le Forme dell’Arte) e dedicato appunto allo sterminio delle persone con disabilità durante il regime nazista
Silvia Cutrera (al centro)
Silvia Cutrera (al centro), autrice del documentario “Vite indegne: il piano ‘Aktion T4’ e lo sterminio dei disabili”

Associazione Culturale nata nel 2012 a Brescia, allo scopo di promuovere e avvicinare le persone all’ arte e alla cultura, abbinando attività di solidarietà e aiuto all’arte in ogni sua forma, For-Art (Le Forme dell’Arte) promuove anche, sin dalla sua fondazione, occasioni di approfondimento e riflessioni sul tema della Shoah e in occasione del Giorno della Memoria, celebrato il 27 gennaio scorso, ha organizzato anche quest’anno alcuni eventi, il terzo dei quali, sarà tutto centrato sull’Olocausto delle persone con disabilità durante il regime nazista.

Per l’occasione, dunque, verrà proiettato nel secondo pomeriggio di oggi, 1° febbraio, presso la sede bresciana di For-Art (Via Casazza, 34, ore 18, ingresso a offerta libera) e alla presenza dell’Autrice, il documentario Vite indegne: il piano “Aktion T4” e lo sterminio dei disabili, curato da Silvia Cutrera insieme all’AVI ONLUS di Roma, l’Agenzia per la Vita Indipendente dai lei stessa presieduta.

A proposito di Vite indegne, Cutrera, “firma” assidua del nostro giornale, aveva recentemente scritto su queste stesse pagine di averlo voluto realizzare «nel tentativo di recuperare Storia e Memoria attraverso importanti testimonianze dirette». In esso, infatti, vi si narra la storia di Friedrich Zawrel, nato a Lione nel 1929 e cresciuto a Vienna, «“colpevole” di essere venuto al mondo in una famiglia povera, disagiata e con il padre alcolizzato. Considerato un “bambino difficile”, Zawrel fu rinchiuso dal 1941 al 1944 nel sanatorio pedagogico Am Spiegelgrund di Vienna, che con i suoi 640 posti letto, svolse la funzione di reparto di “eutanasia infantile”. Tra il 1940 e il 1945 nei suoi padiglioni furono uccisi almeno 789 bambini ritenuti “fisicamente e mentalmente disabili”, cui aggiungerne altre centinaia, che erano considerati come “asociali” o “affetti da gravi difficoltà di apprendimento”».
«Attraverso il racconto delle vicende di Zawrel – aveva concluso Cutrera -, dei maltrattamenti e delle torture subiti, si ripercorre quel drammatico periodo storico in cui la diversità rappresentava una minaccia per la costruzione della “razza superiore ariana”, tesi sostenuta anche dall’apparato medico-scientifico che legittimava le teorie eugenetiche sostenute dal nazismo e operosamente negava il diritto ad esistere per gli “imperfetti”». (S.B.)

Accedendo all’editoriale di Silvia Cutrera, pubblicato dal nostro giornale con il titolo Discriminati anche nell’approccio storico, oltre ad approfondire i contenuti di Vite indegne, si può anche consultare l’ampio elenco di testi da noi presentati in questi anni, sullo sterminio delle persone con disabilità ad opera del regime nazista.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti sull’iniziativa di Brescia: forart2012@gmail.com.

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