Dapprincipio – si fa per dire – fu Renato Fiocchi, sindaco di Zerbolò, in provincia di Pavia, che qualche anno fa, dopo avere definito la decisione di non accettare bambini con disabilità nella sezione comunale della locale scuola materna come una «scelta obbligata», motivata dal fatto che il Comune non aveva risorse sufficienti per garantire tutti i servizi, spiegò ai microfoni del TG Regionale Lombardo che «la sezione comunale è stata creata proprio per eliminare le liste d’attesa alla sezione statale e dobbiamo difenderla anche da un portatore di handicap».
Poi venne Fausto Servadio, sindaco di Velletri (Roma), di cui si è recentemente occupato «Il Fatto Quotidiano», scrivendone così: «Una foto vale più di mille parole. Quella che pubblichiamo oggi ritrae un’auto nel centro di Velletri ferma sul posto riservato ai disabili, mentre un signore in carrozzina guarda e passa con rassegnato disappunto. L’auto, infatti, non appartiene a un forestiero sbadato, un turista o a un residente qualsiasi ma al sindaco Fausto Servadio. È successo nel giorno dell’Immacolata Concezione, il paese addobbato a festa, la gente intorno. Servadio arriva con la sua Audi, parcheggia nella piazza principale e se ne va al ristorante, a detta di chi c’era. I concittadini postano la foto su Facebook, e lui replica con queste parole: “Il basso e tarchiato forse può guarire ma per per i disabili di cervello come Voi la guarigione è umpossibile [sic]”»… Da notare anche la maiuscola del pronome Voi, in segno di rispetto…
È di questi giorni, infine, la vicenda del Centro Commerciale Le Fontane di Barone (Catanzaro), che tanto clamore sta suscitando nei social network, dopo la diffusione di un video da parte del Gruppo Facebook Fotografa l’impostore!, nato per raccogliere foto di automobilisti che parcheggiano nei posti riservati alle persone con disabilità.
Vi si può vedere, in sostanza, l’atteggiamento spregiativo di un membro della Polizia Locale (e le sue parole: «Dov’è il problema? Vai a fare due passi, va’»), di fronte alle rimostranze di un cittadino, per l’immotivato parcheggio sul posto riservato alle persone con disabilità. A scusarsi, tramite un messaggio in Facebook, è Michele Laurenzano, sindaco di Strongoli (Crotone), che scrive: «Oggi di ritorno dalla Regione, circa le 14.40, ci siamo fermati per prendere, a nostre spese, qualcosa da mangiare. Purtroppo, non ci siamo accorti che il vigile aveva parcheggiato sullo spazio per disabili perché pioveva. Ha sbagliato ed ha sbagliato anche per la reazione avuta. Chiedo due volte scuse al posto suo per l’atto scorretto commesso di cui l’Amministrazione Comunale gli chiederà conto». Al che, dunque, si apprende che quei rappresentanti della Polizia Locale proprio il sindaco Laurenzano stavano trasportando e che questi non si era minimamente scomposto di fronte alle proteste del cittadino e a quanto gli veniva risposto. Sempre colpa della pioggia?
Come non concordare, a questo punto, con la lettera a più voci spedita al Sindaco stesso e sottoscritta tra gli altri anche da Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), da Carlo Giacobini, direttore editoriale del nostro giornale e responsabile di HandyLex.org e da Massimiliano Bellini, amministratore del Gruppo Fotografa l’impostore! e responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Associazione Blindisght Project?
Mentre infatti le scuse di Laurenzano vi vengono definite «disomogenee, contraddittorie e palesemente illegittime, sia nei presupposti fattuali che in quelli giuridici», le parole del Vigile risultano connotate da «un atteggiamento spregiativo che rafforza il pregiudizio, tradendo una convinzione profonda che sospinge le persone con disabilità ad essere cittadini di serie C».
«Chiediamo – conclude la lettera – che, individuati i responsabili di questo inaccettabile gesto, siano presi tutti i provvedimenti necessari ed opportuni, al fine di disincentivare con la massima energia e risolutezza il ripetersi di simili indegne violazioni. Le tante perone con disabilità attendono formali scuse pubbliche per quanto accaduto».
Tempi cupi, indubbiamente, da Nord a Sud del Paese, in cui siamo costretti a riflettere se «faccian più male gli atti o gli insulti»… senza dimenticare le parole pronunciate qualche settimana fa al Family Day di Roma dal senatore Maurizio Gasparri («Questo è il Family Day, non “l’Handicappato Day”!), delle quali anche noi ci eravamo occupati, ritenendole indegne di un Vicepresidente del Senato, ben al di là della stessa persona di Maurizio Gasparri. E senza nemmeno dimenticare il rapido, ma significativo “bestiario”, intitolato Disabili, tutti i “compagni” di Gasparri. Nelle primarie dell’insulto è par condicio, pubblicato anch’esso dal «Fatto Quotidiano» una decina di giorni fa.
Documentare, parlarne, scriverne: è l’arma migliore – forse l’unica – di cui disponiamo di fronte a tutto ciò. (Stefano Borgato)
Ringraziamo Massimiliano Bellini per la collaborazione.
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