Toccare le lettere è possibile grazie all’alfabeto Braille, una straordinaria invenzione per le persone non vedenti, che consente loro di accedere al patrimonio della conoscenza attraverso sei punti in rilievo con cui sono scritte le parole.
Ogni anno, il 21 febbraio, ricorre la Giornata Nazionale del Braille, ricorrenza volta a sensibilizzare «l’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti», come recita la relativa Legge approvata il 3 agosto 2007. Si tratta in sostanza di una celebrazione che contribuisce a dare maggiore valore al sistema inventato da Louis Braille, il genio francese divenuto cieco a soli tre anni, in seguito a un incidente nel laboratorio del padre. La data del 21 febbraio, va detto, è stata scelta perché coincide con la Giornata Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica promossa dall’Unesco.
Numerose, in vista dell’evento, sono le iniziative promosse in tutta Italia dalle Sezioni Territoriali e dai Consigli Regionali dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti). Se n’è già trovata qualche traccia su queste pagine e qui va anche ricordato il convegno organizzato per sabato 20 a Firenze, con la partecipazione, tra gli altri, di Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI e di Nicola Stilla, presidente del Club Italiano del Braille.
Domenica 21, poi, un altro momento particolarmente significativo sarà quello previsto a Cagliari – anche qui alla presenza di Barbuto e Stilla, insieme a Raimondo Piras, presidente del Consiglio Regionale Sardo dell’UICI, Linda Salis e Angela Pimpinella, componenti rispettivamente del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale dell’UICI e Silvia Zaru, pianista non vedente – con l’intitolazione di una piazza cittadina a Louis Braille (Quartiere Genneruxi, angolo tra Via Stoccolma e Via Berlino) e un successivo incontro pubblico presso la Sala Consiliare Comunale.
«Inventato a Parigi quasi duecento anni fa [esattamente nel 1821, N.d.R.], il sistema Braille – sottolinea Mario Barbuto – ha rappresentato e ancora oggi rappresenta per tutti i ciechi nel mondo la vera opportunità per respingere lo spettro dell’analfabetismo e per fruire, al pari degli altri cittadini, dell’istruzione, della cultura, dell’informazione. La modernità e l’efficacia del sistema, se mai ve ne fosse ancora bisogno, sono ulteriormente dimostrate dal suo impiego sempre più ampio nell’àmbito delle tecnologie informatiche e digitali, dove oggi viene addirittura integrato sotto forma di tastiera virtuale come mezzo di scrittura touchscreen».
«Louis Braille – prosegue il Presidente dell’UICI – è stato autore di un’autentica rivoluzione sociale, che ha avuto benèfici e incalcolabili effetti su milioni di persone non vedenti in tutto il mondo, consentendo, non a singole personalità di ciechi, ma a tutti i privi di vista, di avviare il faticoso processo di riscatto morale, civile, sociale e culturale»
«E tuttavia – conclude Barbuto – è necessario l’aiuto della scuola, della società e delle istituzioni, per insegnare e diffondere l’alfabeto Braille e perciò abbiamo chiesto anche quest’anno il sostegno del presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Piero Fassino: vorremmo infatti che in ogni città e in ogni paese d’Italia ci fosse una via o una piazza dedicata a Louis Braille, per ricordare a tutti la genialità di “colui che vinse il buio indicando ai ciechi le vie della cultura”». (C.G. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (c.giorgi@i-mage.com).